Diffusione sempre maggiore del precariato
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Rifkin: «Ho fiducia nell’Italia: deve guidare la sfida per la transizione ecologica»
L'economista-ambientalista americano rivendica le sue battaglie: "Era meglio muoversi 20 anni fa quando lanciammo l’allarme sul riscaldamento globale. Ma possiamo ancora recuperare". E aggiunge: "L'Europa meglio di Usa e Cina sugli investimenti per la green economy e il digitale"
Informazione tossica, colonialismo digitale e profitti mostruosi
Le notizie false hanno un ridottissimo costo di produzione, viaggiano in fretta, sorprendono, scandalizzano, fanno arrabbiare. Sono più redditizie di quelle vere. Per questo è importante promuovere un’informazione di qualità.
Fondi speculativi all’assalto della sanità americana
La privatizzazione della sanità, se non è regolata, può diventare il problema sociale ed economico più serio per le famiglie e per i governi.
La logistica in Emilia-Romagna si regge sullo sfruttamento dei lavoratori
I pacchi consegnati in mezza Italia passano per un sistema di contratti irregolari, licenziamenti improvvisi e cooperative losche
Un nuovo contratto sociale per sollecitare un cambio di paradigma
II report del Panel del G7 sulla resilienza economica presieduto da sir Mark Sedwill ha pubblicato ieri le sue conclusioni. Tre delle sette raccomandazioni più salienti per difenderci da rischi e shock futuri riguardano la pandemia da Covid-19, la ripresa economica post pandemica e gli squilibri climatici.
Difformità edilizie: un problema in cerca di soluzione
Vecchie difformità edilizie penalizzano il valore degli immobili e impediscono la fruizione dei vari bonus. Si salva solo il Superbonus 110 per cento, per il quale sono state previste deroghe specifiche. Ma la questione va risolta in modo complessivo.
“Il Pil misura le cose sbagliate sul clima. Tranne la sostenibilità”
Il Pil non è una buona misura dell’economia. Cattura la quantità ma non la qualità della crescita. Se il Pil rimarrà al centro dell’attenzione come adesso, il nostro futuro sarà ben triste. Tutti coloro che pianificano il nostro futuro devono usare un indice che consideri altri aspetti oltre il Pil.
Verso la possibile fine dell’agricoltura e dell’allevamento
Nel 2050 la popolazione mondiale potrebbe raggiungere i 10 miliardi, il che significa che sarà necessario produrre all’incirca il 50% in più di alimenti rispetto ad oggi, con quel che significa in deforestazione, consumo di acqua etc. E ancora nessun paese ha adottato strategie per limitare il consumo di carne.
La “trappola” della dipendenza dalle materie prime
La “trappola” delle materie prime, di fatto, è il proseguimento “moderno” del vecchio rapporto colonialistico.