Le aree intense sono una grande occasione di pensare alle persone e ai luoghi quando si fanno delle politiche
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Il rischio
L’americano Donald Trump insegue il suo secondo mandato (nonostante l’età e, soprattutto, i processi) al voto del 5 novembre; il russo Vladimir Putin si appresta a confermarsi (le elezioni presidenziali si svolgeranno il 17 marzo, e sappiamo che fine fanno gli oppositori) per il quinto mandato; il cinese Xi Jinping è saldamente in sella per il suo terzo mandato. Le democrazie soffrono, mentre il pianeta sembra sempre più in affanno
Alla guerra in Ucraina serve una svolta leninista
L’unico modo di restare fedeli a un principio è cambiare con spregiudicatezza la propria posizione di fronte all’evolversi dei fatti
La nuova Irlanda potrebbe nascere a Belfast
Per la prima volta alla guida del governo nordirlandese c’è una donna cattolica dello Sinn féin. La sua nomina riaccende il dibattito sulla possibile riunificazione dell’isola
La conquista dell’universo
Prima o poi l’umanità cercherà di espandersi nel cosmo. Resta da capire quale forma potrebbe prendere questo progetto. Le ipotesi che sembrano più probabili non sono affatto rassicuranti
Il culto di Donald Trump
In questi anni è rimasto al centro della vita politica statunitense anche grazie al sostegno della destra cristiana, che lo considera un leader benedetto da Dio. La storia di un pastore e di suo figlio mostra come è nata quest’alleanza
Una Germania instabile
I grandi scioperi che invadono le strade e l’incrinarsi di certi rapporti economici in politica estera sono sintomo che qualcosa, nella ben oliata macchina tedesca, si è inceppato
Ungheria (in)felix
Isolata in Europa, platealmente contro le politiche migratorie e di genere di Bruxelles, Budapest è certa di stare dalla parte giusta della storia. «Il modello non è il Regno Unito multietnico e multiculturale. Molto meglio l’Impero austro-ungarico». Ecco come arrivarci
I tre poli del nuovo mondo (e l’Europa non c’è)
Il futuro del pianeta appartiene agli Stati Uniti (dove a novembre si vota per le presidenziali), alla Cina e all’India (dove in primavera si vota per il Parlamento). È la tesi del libro che prepara Paul Kennedy, storico di Yale, noto per il bestseller del 1988 «Ascesa e declino delle grandi potenze». Nell’Ue (qui si vota a giugno per il nuovo Parlamento) lo studioso non vede una consapevolezza adeguata della situazione geopolitica, che esige uno sforzo per la difesa comune, mentre Mosca ha sbagliato in Ucraina. Intanto Erdogan smentisce la tradizionale tolleranza ottomana e l’Ungheria rimane un caso a Bruxelles
Erdogan tradisce l’eredità dei sultani
La Turchia sta mettendo da parte la vocazione multiculturale ed europea degli ottomani, legati alla tradizione bizantina, per inseguire ambizioni nazionaliste