Le tre Italie

Il nostro Paese nel suo complesso è destinato a perdere un gran numero di abitanti: secondo le rilevazioni dell’Istat, nel 2080 scenderanno da 59 a 46 milioni. Ma con differenze territoriali molto marcate. Al Nord il calo sarà del 9,5 per cento (da 27,4 a 24,8milioni), al Centro del 20,5 per cento (da 11,7 a 9,3milioni) e nel Mezzogiorno addirittura del 39,8 per cento (da 19,9 a 11,9 milioni). A causare questo divario saranno i flussi migratori, soprattutto quelli esterni, ma anche quelli interni. Il risultato sarà che il 54 per cento della popolazione si concentrerà al Settentrione, mentre il Sud sarà desertificato

De Gasperi e Togliatti I padri delle Italie

In agosto saranno settant’ anni dalla morte del leader democristiano (il 19) e sessanta da quella del segretario comunista (il 21). Due politici accomunati dall’ antifascismo ma nettamente divisi nei loro progetti per il futuro del Paese. Entrambi lavorano per plasmare la Costituzione e inserire la Repubblica nel contesto delle nazioni democratiche con il trattato di pace, ma lo statista trentino guarda a Occidente mentre il suo antagonista mantiene un forte legame con Mosca. Ne discutono tre studiosi: Gianluca Fiocco, Gaetano Quagliariello e Giuseppe Tognon

Dal 93,84% al non voto Una parabola italiana

Nelle elezioni del 7 giugno 1953 l’ affluenza superò perfino quella del1946 per il referendum e raggiunse una percentuale record, quasi doppia rispetto alle recenti europee. Da allora il calo, pur costante, è stato contenuto fino agli anni Ottanta. Poi il tracollo. Alle politiche siamo precipitati dal 72,9 per cento del 2018 al 63,9 del 2022: in soli 4 anni abbiamo perso 9 punti, quando invece per scendere di10 avevamo impiegato 33 anni, tra il1963 (92,9 per cento) e il1996 (82,9 per cento). Una tendenza sottovalutata dai partiti che mette a rischio le basi della democrazia