Il diritto è ciò che ci ha portato fuori dallo stato di natura, ma il diritto senza il mutuo riconoscimento è come uno scheletro senza il resto dell'organismo; fa addirittura paura
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Quando una distopia diventa un’utopia: il mito della “meritocrazia” che produce il suo opposto
Il mito della meritocrazia assurto come principio ordinatore di una società giusta, è, in realtà, nient'altro che la legittimazione morale della diseguaglianza
Meritocrazia. Che errore puntare tutto sui cervelli
L’espansione dell’educazione superiore è al picco. Il virus impone attenzione ai lavori manuali e di cura
Meritocrazia. Mai nessuno ce la fa davvero da solo
Il sogno americano è più democratico rispetto all’insistenza sulla mobilità sociale degli individui
La meritocrazia ha un padre che la temeva
Michael Young inventò il termine in un romanzo distopico per descriverne i difetti
E se sostituissimo al metro del merito quello della dignità?
Regna la retorica della meritocrazia. Eppure, nella valutazione delle persone, sarebbe ora di introdurre nuovi strumenti, più equi
La retorica della meritocrazia e la contrarietà agli ideali
Attenzione al rischio simmetria delle valutazioni, cioè alla possibilità che a una ideale e legittima ricompensa al merito e al successo, che la retorica meritocratica auspica, sia associata quasi automaticamente una punizione per l'insuccesso
La meritocrazia invivibile
Ricchi contro poveri, borghesi contro proletari o l’élite del merito contro gli immeritevoli? “L’avvento della meritocrazia”, un libro di Michael Young del 1958, presenta la distopia di un’invivibile società futura (la nostra?) governata dai più ‘intelligenti’, con la ribellione di tutti gli altri.
Contro l’ideologia meritocratica
Organizzazione sociale. La scelta giusta consiste nell’adozione della meritorietà. E dovrebbe essere evitato che l’elitarismo sia incoraggiato perché considerato efficiente
Premiare il merito? Un’indicazione ben più problematica di quanto spesso riconosciuto
Elena Granaglia riflette sul merito e come premiarlo. Partendo da alcune obiezioni alla meritocrazia da tempo presenti nella letteratura di etica pubblica, Granaglia si sofferma su ulteriori questioni problematiche sviluppate in un libro recente di Boarelli, che rimandano a varie complicazioni nella definizione e nella misurazione del merito. Sulla base di questa analisi, Granaglia conclude affermando che per premiare il merito occorre essere consapevoli dei tanti limiti del criterio meritocratico.
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