“In ogni epoca del pensiero speculativo, una delle obiezioni più forti alla dottrina secondo cui l'utilità o la felicità sono il criterio di ciò che è moralmente corretto e moralmente scorretto, la si è ricavata dall'idea di giustizia”. Così scrive John Stuart Mill nel quinto capitolo de L'Utilitarismo (1861) dove discute, appunto, la connessione tra l'idea di utilità e quella di giustizia.
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John Stuart Mill, il traghettatore. Dall’epoca della crisi all’armonia sociale
John Stuart Mill è in genere considerato un pensatore utilitarista, ma la sua critica a Bentham, il padre ufficiale di quella corrente di pensiero, è così profonda che si potrebbe supporre il suo sia un approccio del tutto originale e indipendente dall'utilitarismo di Bentham
L’utilitarismo alle prese coi diritti delle minoranze
A partire dalla metà del XX secolo le battaglie progressiste hanno assunto una connotazione differente: si sono incentrate, infatti, sui diritti delle minoranze discriminate
L’utilitarismo, le tasse e la scommessa sull’esistenza di Dio
L'utilitarismo mostra i suoi limiti, eppure ancora oggi, spesso in modi mascherati, continua ad esercitare la sua profonda influenza
Jeremy Bentham, l’algebra morale e la giustizia come utilità
«Tre sono le sorgenti dalle quali derivano i principii morali e politici regolatori degli uomini - scrive Cesare Beccaria nelle prime pagine del suo “Dei delitti e delle pene” (1764) - la rivelazione, la legge naturale, le convenzioni fattizie della società»
Rousseau e la “volontà generale”. Perché giustizia e utilità non devono essere separate?
Rousseau propone una mossa radicale: rinunciare alla propria libertà individuale assoggettandosi totalmente alla comunità
Il paradosso di Rousseau: si può liberamente scegliere di non essere liberi?
La vera virtù, intesa da Rousseau, è la capacità di anteporre il bene collettivo all’interesse individuale
Jean-Jacques Rousseau e la nascita della disuguaglianza fra gli uomini
Il filosofo ginevrino ricostruisce la parabola dell’organizzazione sociale: da uno stato di natura pacifico all’insorgenza delle società privata, l’origine dei conflitti che distruggono i rapporti
Adam Smith e l’idea “residuale” di giustizia
Hume e Smith, amici ma "divisi" su quattro temi principali: il concetto di sympathy, l'idea di utilità, il ruolo della religione ed il concetto di giustizia
Il miscredente, il professore e i troppi morti affogati nel nostro mare
La «simpatia» ha un ruolo centrale nelle teorie morali di Dvid Hume e Adam Smith ma se per il primo il giudizio morale si fonda solo su un punto di vista esterno, per il secondo serve un’attiva assunzione della prospettiva di ogni singolo individuo