Michael Connelly «Soltanto un nero può scrivere di neri? Questo è ridicolo! Io scrivo di detective, mica lo sono»

È il più acclamato autore di thriller, inventore di eroi leggendari come Harry Bosch, Mickey Haller, Jack McEvoy. Con «la Lettura» parla dell’ossessione del politicamente corretto, dell’ossessione dell’appropriazione culturale, dell’ossessione della «cancel culture». Ricorda Philip Roth: «È un’icona». Conserva chiara la memoria del pestaggio di Rodney King e dei disordini che ne seguirono, 30 anni fa: «Non è cambiato quasi nulla». E ha un’idea precisa dell’America: «Sì, siamo razzisti»

I Conquistadores non erano (tanto) cattivi

A 500 anni dall’impresa di Cortés, lo storico messicano Fernando Cervantes difende Colombo e contesta l’immagine cupa dell’impero spagnolo in America: «Dopo il primo impatto traumatico, Madrid cercò di alleviare la condizione degli indigeni e lasciò ampia autonomia alle colonie. La situazione dei nativi peggiorò dopo l’indipendenza. Ma è sempre un errore giudicare fatti remoti secondo i criteri di oggi»

Alec Ross Questi furiosi anni Venti

L’esperto di politiche tecnologiche che lavorò con Obama e Hillary Clinton, docente a Bologna, pubblicherà un libro sul decennio in corso.«Arrabbiato», non «ruggente» come quello del XX secolo. In realtà allora culminò in una crisi gravissima.«Oggi come all’epoca — dice— s’è rotto l’equilibrio tra governi, aziende, cittadini. Bisogna riscrivere il patto sociale».