Migliaia di persone sono scese nelle strade di Tbilisi per chiedere alla classe politica le riforme necessarie per entrare nell’Unione europea. La vicenda ucraina fa crescere la paura dell’isolamento.
Le dimissioni del primo ministro rischiano di lasciare il paese in mano ai partiti filorussi e a chi si oppone all’ingresso della Macedonia del Nord nell’Ue. Per l’Unione si tratta di un nuovo banco di prova per il principio del consenso.
Macron, Olaf, Draghi e il presidente romeno Klaus Iohannis hanno dichiarato di accettare per l’Ucraina lo status di candidato all’adesione all’Ue. Una svolta importante per i destini della guerra e del processo di crescita europeo.