Accadde per la pubblicazione di “Storie naturali”. Secondo la casa editrice la raccolta fantascientifica non poteva essere firmata dall’autore di “Se questo è un uomo”. L’episodio sempre sottovalutato è ricostruito in un saggio di Carlo Zanda
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Più che i barbari poterono i germi E Roma crollò
L’impero dei Cesari dimostrò una notevole capacità di resistenza ai numerosi fattori destabilizzanti, tra i quali l’avvento di un clima più rigido e le ricorrenti epidemie, che alla fine ebbero un ruolo decisivo nella sua caduta. Parla lo storico americano Kyle Harper, che ha rivoluzionato gli studi sul tema mettendo in discussione il concetto di «declino»
Quando consenso e terrorismo sono complici
Sfide epocali
Leopardi: un romantico europeo
Franco D’Intino. Partendo da una sorprendente analisi di «A Silvia», il saggio «La caduta e il ritorno» libera con innovativa vivacità la critica da pregiudizi che impedivano di intendere la natura romantica del classicismo del poeta
Da Euripide a noi: le donne, tre volte vittime delle guerre
Rileggendo le «Troiane»
La mia Italia
La scrittrice di origine indiana ha riunito in un volume pagine di Moravia, Calvino, Morante, Sciascia. Un puzzle d’autore. Che svela un Paese molto complesso. E un popolo spigoloso ma pieno di umanità
Hannah Arendt e il senso del pensare
Il male è uno di quei problemi con cui prima o poi tutti devono confrontarsi, filosofi e no.
Paolo Crepet: il coraggio di ricominciare
Non è facile risollevarsi dopo un dolore, dopo la fine di una storia, quando si perde il lavoro o si vive il lutto per una persona cara, ma bloccarsi per paura del cambiamento è "come trascorrere la propria vita in cantina". Parola di Paolo Crepet, che in una lunga dissertazione spiega come ripartire per un nuovo inizio
Nel caleidoscopio del rancore
Neonazionalismo e miti identitari
La fine della Leadership e l’inizio del Leaderismo
La filosofia politica moderna vuole che a comandare siano le leggi e non gli uomini. Ma nella concretezza della storia c'è sempre stato bisogno di capi, anche in situazioni non eccezionali o rivoluzionarie. Nell'Italia dei partiti c'erano personalità autorevoli, capaci di mediare o decidere. Ora la crisi delle istituzioni e dei corpi intermedi ha prodotto figure che parlano a un pubblico pulviscolare, puntano tutto sull'emotività e sulla costruzione del nemico, pretendono un'assoluta libertà di azione. Sono inaffidabili, ma il loro successo segnala l'esigenza di superare gli eccessi tecnocratici