Prima ancora che un problema politico, la coesistenza è un bisogno primario dell’essere umano. Una riflessione
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Una borsa dei dati per il welfare digitale
A partire dall’ analisi di Lev Manovich è possibile elaborare una roadmap in cinque tappe per interpretare e capitalizzare il patrimonio dell’infosfera oggi in mano a pochi soggetti
Umano, umanissimo mai troppo umano
Siamo il solo animale che possa essere educato, non subiamo le leggi dell’ «istinto»: già in principio siamo dotati di finalità interne, cioè rispondiamo ai bisogni del metabolismo. Basterebbe questo a mostrare che siamo tutt’ altro rispetto a una macchina impassibile
Viva la filosofia
La storia, sebbene opera dell’ uomo, non è scritta da questo o da quell’ uomo in particolare, che sono pedine di un gioco più grande di loro. Tuttavia non c ’è nessun Grande Giocatore. Dio non gioca a dadi ma neppure a scacchi: chi sarebbe l’ antagonista?
L’umanità delle macchine
Settant'anni fa, Kurt Vonnegut intuì che il luddismo era una forma di populismo. Quando vivremo senza lavorare, avremo bisogno di una fede nell'uomo.
Dal Welfare al Webfare
Ogni persona connessa a un dispositivo produce una quantità di valore sulla Rete. Con una modesta tassazione delle grandi piattaforme si possono generare le risorse per inserire chi perde il lavoro in un circolo virtuoso di socializzazione e riqualificazione
Quando il presente cambia il passato
Che succede se un'azione di oggi è in grado di modificare quanto già accaduto? E’ il tema di «Cosa faresti se», il nuovo romanzo di Gabriele Romagnoli
Quel bisogno di fermare le idee balorde
Educare al pensiero critico nel tempo delle fake news e delle post-verità
Si fa presto a dire educazione
Siamo animali molto difettosi, eppure, a differenza degli altri, possiamo essere formati. Condizione necessaria soprattutto adesso che ci esprimiamo sempre e comunque attraverso la tecnologia
In nome del popolo
In un dibattito di idee monopolizzato dalla tensione tra élite e “demos”, il saggio del filosofo Sergio Costa si muove lungo un binario noto: la tesi è che il malessere diffuso di oggi dipende dall’insoddisfazione delle masse acculturate verso classi dirigenti delegittimate. Ma davvero le cose sono così semplici?