Nel gennaio 1945, a guerra in corso, Roberto Rossellini girò un capolavoro della storia del cinema.
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Senza segreti non c’è umanità
Massimo Cerulo, tra riferimenti filosofici e letterari, dedica al tema un saggio. Nel quale le nostre azioni sono analizzate in base al gioco del dire e non dire
1969, l’anno cruciale di Going Places e Portnoy
La scuola del risentimento. Escono in contemporanea i libri di Leonard Michaels e Philip Roth
Segreti e ambizioni nella Silicon Valley
Tecnoimprenditori. Attraverso documenti e materiali d’archivio inediti, Rob Lalka esamina sfruttamenti e abusi nelle aziende Big Tech, accanto a buone intenzioni e compromessi morali: un atto di accusa ma anche un invito alla riflessione
Rimettendoci la pelle riusciremo a salvarci
Noi e le macchine. La tesi di Maurizio Ferraris è che l’intelligenza naturale è incarnata in un corpo che desidera e vuole mentre quella artificiale non è che un meccanismo privo di intenzionalità
Céline, amico mio
Cronache di baldorie geniali Il pittore Henri Mahé praticò sistematicamente, appassionatamente la «brinque bale», versione dionisiaca della «flânerie». La condivise sulla Senna con un’umanità irregolare e la narrò mettendo al centro la figura del grande scrittore
Due mondi tra amore e guerra
Isabel Allende torna alle atmosfere dei suoi romanzi più famosi per regalarci un altro personaggio femminile libero e indomito maestre
Giù, giù, nei sotterranei del padre
Attraverso un fratello e una sorella, Piero Salabè discende dentro il ventre infero di Roma, sfuggendo alle ovvietà care all’immaginario collettivo. L’orizzonte, piuttosto, sono le architetture narrative di Cartarescu ,Gospodinov e Tokarczuk
Gobetti e Montale fra la lotta e la stasi
Per Luigi Einaudi l’antifascista è l’emblema della reazione «al vivere quieto e tranquillo» somministrato dai nuovi poteri e per Montale la dignità del negarsi e del chiudersi
I mondi capovolti delle contro mappe
Matteo Meschiari raccoglie le geografie di popoli lontani nello spazio e nel tempo. Ne nasce un atlante in 111 tavole basato sui legami e non sulle gerarchie, sui viaggi e non sulle barriere. L’Occidente non è—non è più—un paradigma