Il Pd perde parlamentari e sale nei sondaggi. Perché questo accada lo ha spiegato bene uno dei fuorusciti, Carlo Cottarelli, che è stato corretto nella forma e lucido nella sostanza: ha dato atto a Schlein di fare la cosa giusta (ovvero ricollocare il Pd un poco più a sinistra) e ha rivendicato per se stesso, che è un liberale di centro, il diritto di andarsene.
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Schlein al varco delle roccaforti rosse
La sconfitta a Siena e Pisa nel 2018 fu una batosta per il centrosinistra. Dopo 5 anni le due città tornano alle urne con una nuova leader alla guida del PD. Punta a riconquistare quel pezzo d'Italia un tempo feudo indiscusso del PCI
Che fine ha fatto la libertà
Destra e sinistra tra Covid, guerra e diritti
I programmi che servono per ottenere il consenso
I nuovi Dem
La guerra divide la sinistra europea
Tra i partiti della sinistra radicale la condanna dell’imperialismo russo si scontra con l’antimilitarismo e la storica ostilità verso gli Stati Uniti e la Nato
Il Pd e la gerarchia dei nuovi diritti
L’arrivo di Elly Schlein alla testa del Partito democratico - da fuori e senza l’appoggio della maggioranza degli iscritti - per il suo profilo politico e per l’immagine che la caratterizza, dà occasione e anzi obbliga a riprendere un tema antico, come quello dei diritti civili e dei diritti sociali: del loro rapporto, delle priorità, della compatibilità.
Il riformismo senza sinistra si chiama neo-liberismo
La pratica politica nasce all’interno del socialismo per identificare chi si proponeva di cambiare gli assetti sociali senza una rivoluzione Gli esempi italiani e quelli all’estero. Fino a Blair
La donna nuova che spinge Giorgia nel secolo scorso
Elly Schlein: «Come al solito non ci hanno visti arrivare»
La nemesi delle primarie aperte
Ora il Pd, se vuole evitare diaspore e spinte centrifughe, se vuole “tenere insieme” le sue molte anime, deve cambiare profondamente l’intero circuito della discussione-partecipazione-decisione
La sinistra è incapace di immaginare la pace
La questione ineluttabile della sinistra è come continuare a sostenere, anche militarmente, la resistenza senza che ciò determini la riproduzione all’infinito della spirale bellica e come farsi protagonisti, insieme alla sinistra europea, di un percorso di tregua, negoziato, mediazione che produca colloqui bilaterali e multilaterali e conferenze internazionali e, finalmente, dia una chance alla pace