La guerra in Ucraina ha sconvolto non solo la politica estera di Berlino, ma l’intera società tedesca. Il paese comincia a fare i conti con il conflitto e affronta una nuova realtà.
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Integrare Liberalismo e democrazia
Assetti politico-sociali. Senza questo binomio non si proteggono le diversità e non si limita il potere delle maggioranze: di qui l’insorgere dei populismi
Il futuro in cento minuti
Quali percorsi e quale carriera professionale possono aspettarsi i medici di domani?
I (troppi) centri decisionali per la politica industriale
La nociva frammentazione delle competenze nel governo fra i diversi dicasteri economici
La caduta di Boris Johnson
Dopo una lunga serie di scandali e bugie, il premier britannico ha finalmente gettato la spugna. Il ruolo fondamentale che ha svolto nella Brexit la dice lunga sullo stato del Regno Unito
Una situazione pericolosa
Una situazione pericolosa È stato il principale responsabile del caos degli ultimi anni, ma la sua uscita di scena non risolverà i problemi del paese. Il giudizio dell’Economist su Boris Johnson
Auto e emissioni nocive: una storia estiva
Il ministro Cingolani, insieme al collega Giorgetti, si è opposto in tutti modi alla soglia del 2035 per la produzione e vendita di auto a energia fossile, una battaglia di retroguardia. Case d’auto e paesi lungimiranti stanno invece velocizzando al massimo la transizione all’elettrico.
Il multipolarismo, anche monetario, è una necessità
L’approccio multilaterale è oggi l’unico strumento per affrontare e risolvere in modo pacifico le molte sfide globali, anche quelle riguardanti la sicurezza.
«Perché il futuro è dell’India»
“Se riuscirà a rimanere democratica guiderà il nuovo secolo asiatico a dispetto di Pechino”. Parla William Dalrymple, lo storico britannico che vive a Delhi. E che spiega gli strani effetti della guerra ucraina sul paese di Gandhi
«Siamo un Paese diviso ma non senza speranza: la minaccia per l’America è Trump»
«Fin qui i leader della destra hanno taciuto. Ma dall’inchiesta sull’assalto al Congresso sono emersi fatti gravi: non fu spontaneo, ma pianificato», spiega David Frum, lo speechwriter di George Bush, un conservatore moderato critico del trumpismo