Boris Akunin è oggi il più celebre scrittore russo. Dal 2014 vive a Londra: è stato appena condannato in contumacia a 14 anni di carcere per terrorismo. L’Occidente, ci dice, «deve mostrarsi unito e forte, il dittatore capisce solo questo»
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Vittorio Possenti. Nel nostro futuro c’è ancora la metafisica
L’avversario più temibile, secondo il filosofo, è “il nichilismo che è la via più suggestiva per arrendersi al come va il mondo” Il destino non è inevitabile. “Credo nel ritorno all’eterno e non nell’eterno ritorno: mette in gioco la libertà del singolo”
All’ origine della guerra
I conflitti non sono una specialità dell’ uomo civilizzato, che tuttavia si dedica a perfezionare le tecniche per identificare, fronteggiare ed eliminare il nemico
L’Islam globale? Mezzaluna calante
Faisal Devji, cattedra a Oxford, è uno dei grandi studiosi del mondo musulmano, «dove nulla è immutabile»
Rosella Postorino. Ho bisogno di un frigo enorme che sia sempre pieno
Le case dell’anima
La fragilità del carnefice
Scrittore giapponese senza nome e senza volto, Uketsu—performer e youtuber che si presenta con una maschera di cartapesta—ridefinisce il crime sconfinando nei territori dell’inquietudine
Teresa Ciabatti. Tengo stanze chiuse dove dimenticare un po’ di coscienza
Case senza segreti, che urlano
I nostri luoghi di culto un ponte per il dialogo
La sindaca di Firenze, Sara Funaro, interviene sul «progetto di fraternità a Santa Croce» che prevede nel quartiere l’apertura coordinata della basilica, della sinagoga e della moschea: «La conoscenza è strumento per abbattere i muri»
L’ altro Novecento Storia femminile di un secolo lungo
Chiara Alessi (il cognome non è casuale) si occupa di cultura materiale e design. Per Electa cura una collana dedicata ad alcune protagoniste della storia recente. «Dove sono le architette, le attiviste, le artiste? Veloci biografie di antieroine»
Natalino Irti. Il diritto è vuoto e l’algocrazia domina il mondo
Giunto alla soglia dei novant’anni, il giurista e filosofo riflette sulla legittimità di norme “arbitrarie”, non legate a vincoli sacri né a tradizioni profane. Un tramonto intuito solo dai grandi scrittori come Kafka e Dostoevskij