Un mondo non più afflitto dal flagello delle guerre: è questo un sogno che si è presentato più volte nella nostra storia
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Vecchie e nuove ferite
Narcisismo e vulnerabilità
Gocce d’acqua amara che aprono gli occhi Le lacrime sono politica
Il filosofo francese Georges Didi-Huberman continua la sua indagine sulle immagini e il loro impatto sul mondo. Qui si sofferma sul legame tra il fenomeno fisico che caratterizza le emozioni (negative o positive) e la realtà
Martha C. Nussbaum: «Odio e razzismo non sono un destino. La risposta alla paura è la speranza»
La filosofa americana, tra ricordi e analisi. «Ho subìto violenza due volte»
Edgar Morin. Svegliamo i sonnambuli
«Gran parte dell’umanità è inconsapevole deirischi enormi ai quali va incontro la nostra specie. La pandemia segna una crisi planetaria di carattere antropologico a cui bisogna reagire con un nuovo senso di fratellanza. Prima che sia troppo tardi»
Ci eravamo scordati quanto è faticosa l’incertezza
Improvvisamente ogni tipo di restrizione diviene un dramma assoluto, tanto da provocare una continua ricerca dei colpevoli. Ma non se ne trovano di convincenti: è la vita ad essere così. Quella vera, non quella confortata del nostro orizzonte impigrito.
Covid, Umberto Galimberti: «Spaesati tra smartworking e abitudini perse»
Il filosofo: «L’umanità è più fragile rispetto a quella uscita dalla Seconda guerra mondiale. Abbiamo una società debole, non abituata alla fatica, alla solidarietà»
La stagione delle rivolte
Donatella Di Cesare vede nelle proteste in corso un «laboratorio del riscatto». Il problema di fondo è come lasciarsi alle spalle la condizione attuale in cui «il capitalismo trionfa sulle macerie delle utopie»
Riecco Marcuse e ha ancora qualche cosa da dirci
Mentre viene ripubblicato un suo saggio su Hegel, ritratto di un "filosofo-guru" delle rivolte studentesche. Oggi dimenticato, ma parlò di fenomeni che continuano ad affliggerci
Maestro liberale o tecnocrate. Il ’900 di Platone
Gli autori più importanti del Novecento, come Martin Heidegger e Hannah Arendt, non hanno mai smesso di riflettere sul pensiero del grande allievo di Socrate. Due studiosi si confrontano sull’attualità della sua concezione politica. Mauro Bonazzi: il filosofo ateniese temeva i cambiamenti e non amava la democrazia della polis greca, esposta alla degradazione in tirannia, perché era convinto che soltanto gli esperti conoscono il bene e sono legittimati a governare. Francisco Gonzalez: è sbagliato vedere nelle sue opere una tentazione totalitaria. Nella«Repubblica» non pretende di costruire uno Stato perfetto, ma cerca di indicare la via per educare i cittadini alla ricerca del bene attraverso uno sforzo comune, basato sul riconoscimento del fatto che nessuno possiede il monopolio della verità