Giacomo Matteotti: il suo linguaggio, il suo rapporto con i segmenti più svantaggiati della società e la sua tormentata posizione di pacifista.
Archivio articoli per il tag: Cultura - pagina 120
La formica di fuoco incendia la Sicilia
Il trasferimento di «animali o vegetali alieni» in territori diversi dall’habitat naturale può causare gravi scompensi, dice Piero Genovesi. L’aumento di traffici e spostamenti globali alimenta il fenomeno (che però non è sempre negativo)
Il Novecento «effimero» che ha fatto gli italiani
Genesi di una nazione. Due libri analizzano la narrazione sul secolo passato che fu prigioniero di pregiudizi, ma basta rileggere Pavese e Fenoglio per capire la «frenesia» dei contadini nel voler lasciare la terra
Una bella crociera è il risarcimento a tutte le rinunce
Il fine vita diventa una distopia animata da due vecchie amiche
Nel finale inaspettato non è lei quella che muore
Calandrone romanza la vicenda di Luciana Cristallo che uccise il marito violento
La storia segreta del mio prozio
Shelly Kupferberg ricostruisce le vicende di un lontano parente che fece fortuna a Vienna per poi cadere in disgrazia durante il nazismo
L’insostenibile solitudine di Praga
La cultura della città, culla di giganti come Kafka, fu annientata (insieme a diritti, democrazia...) dall’invasione russa del 1968. Scrisse Milan Kundera: «La cortina dell’incomprensione dell’Occidente ha rafforzato la cortina di ferro sovietica»
Le ambizioni gelano a Stoccolma
Hjalmar Söderberg pubblicò nel1901 un romanzo di formazione che segnò la letteratura svedese. Il suo Martin Birck aspira a diventare artista ma deve fare i conti con la propria mediocrità e con una realtà che lascia poco spazio ai sogni
Il marchio di Auschwitz segna Enea
Il critico Daniel Mendelsohn, esperto filologo classico, offre tra molte perle una rilettura del poema di Virgilio. L’ eroe troiano, ombroso e depresso, incarna per lui la figura del sopravvissuto a una tragedia immane «che può tirare avanti soltanto grazie a un innaturale sforzo di volontà»
Una poesia fatta di voce
Mariangela Gualtieri. Nei versi della poetessa recitante, la memoria ridiventa mito, condizione comunitaria, affrancata dal passato personale; da ogni tentazione di egoismo. Sfocia nell’universalità