Julia Hobsbawm, la studiosa inglese, figlia dello storico marxista, sostiene un approccio neo-umanistico al digitale. «La grande questione della nostra epoca è la connettività. Ma i social e le macchine non sono il male, dobbiamo imparare a comportarci bene. Come con l’igiene fisica e mentale»
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Come curare l’ansia demografica
La sinistra e i «diritti della maggioranza»
Non c’è niente di cui stupirsi
Invece di indignarci per la vicenda della Cambridge Analytica dovremmo rimettere in discussione un modello di capitalismo interamente basato sulla sorveglianza
Tre Europe minano l’Europa
Non giova a nessuno mantenere legami così stretti fra Stati che hanno obiettivi tanto diversi.
L’età della sicurezza è ormai finita per sempre
Cambio di stagione Sarà vitale mutare lessico e modalità della politica, anzitutto imparando ad ascoltare i timori destinati ad accompagnarci negli anni a venire
La democrazia del pubblico
L’Italia dopo il 4 marzo
Il voto del Sud è una ribellione da non leggere con superficialità
Urne e cambiamento
Berlusconi il gregario
Il Berlusconismo è finito. Resta l’uovo che Berlusconi ha covato con le sue emittenti, con i suoi programmi, con l’idea del consumismo alla portata di tutti. L’Italia dell’ultimo trentennio è a sua somiglianza, però non è più quella che aveva progettato.
Paura e povertà. L’Italia del dopo-voto
La mappa dell’Italia che ha votato ritrae soprattutto due fenomeni: paura e povertà. Paura e povertà, in questo strano intreccio, sono diventate le forze che disegnano la politica italiana. La paura che si afferma come ideologia della Lega; la povertà come condizione del successo dei Cinque stelle.
Alla ricerca del capitale sociale
L’origine dei sette grandi peccati italiani illustrati dall’economista è l’egoismo di territorio, di ceto, di casta cui sfugge il senso del bene comune