I tre poli del nuovo mondo (e l’Europa non c’è)

Il futuro del pianeta appartiene agli Stati Uniti (dove a novembre si vota per le presidenziali), alla Cina e all’India (dove in primavera si vota per il Parlamento). È la tesi del libro che prepara Paul Kennedy, storico di Yale, noto per il bestseller del 1988 «Ascesa e declino delle grandi potenze». Nell’Ue (qui si vota a giugno per il nuovo Parlamento) lo studioso non vede una consapevolezza adeguata della situazione geopolitica, che esige uno sforzo per la difesa comune, mentre Mosca ha sbagliato in Ucraina. Intanto Erdogan smentisce la tradizionale tolleranza ottomana e l’Ungheria rimane un caso a Bruxelles

La Terra brucia Usa e Cina insieme per forza

Nel suo nuovo saggio Ian Bremmer vede la gravità delle crisi in corso, specie quella climatica, come una valida opportunità: benché divisi su molti temi, i giganti del mondo sono obbligati a collaborare, coinvolgendo le grandi imprese. Ma anche il progresso rapido della tecnologia presenta rischi immensi. Non è detto che tra mezzo secolo il genere umano esisterà ancora