Povertà, razzismo e solitudine sono gli ingredienti del romanzo di Henry Wise: un giallo di genere Southern Gothic ambientato nella Virginia rurale
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Highsmith un talento misogino
La nerissima autrice della sagra di Ripley torna con 17 ritratti scritti nel 1977 di donne perfide e scorrette. Come lei
Unabomber Il sogno americano perso nella foresta
Il romanzo di Maxim Loskutoff affronta la figura del terrorista attivo tra il1978 e il1995: «Rappresenta un lato oscuro dell’umanità, il mostro che si nasconde e terrorizza la società». L’archetipo ispira imitatori, vedi il caso di Luigi Mangione
Attraversamenti e rinascite: La stanza accanto
Destini e progetti di vita imperfetti
Non conta solo il cervello Siamo tutti i nostri organi
Un saggio di Vittorio Lingiardi, professore di Psicologia dinamica (ma anche medico), esplora il corpo umano: le ossa, i muscoli, il sangue, i capelli...Ne nasce un atlante che, in tempi di intelligenza artificiale, aiuta a capire quella naturale
«Dio esiste?» Riparte la ricerca delle prove
La domanda delle domande—già affrontata da Sant’Anselmo, San Tommaso, Kant, Hegel...—suscita nuova attenzione, come mostra un saggio di Roberto Giovanni Timossi che considera anche i risultati della cosmologia moderna
Contemplare o agire… ecco l’aut aut
Louise Glück. In «Una vita di paese», raccolta dell’autrice Nobel, prendono la parola gli abitanti di un villaggio. Una «Spoon River» filosofica
Romania, laboratorio del Novecento
Nei diari lo scrittore ebreo Mihail Sebastian osserva l’imporsi dell’antisemitismo e del nazifascismo tra le due guerre in un Paese periferico ma esemplare dei destini dell’Europa (da dove proviene la più numerosa comunità straniera d’Italia)
La ragazza che volle farsi selvaggia
Il canadese Miche lJean recupera la vicenda reale della bisnonna. Che, nel Québec d’inizio Novecento, conobbe un coetaneo nativo, se ne innamorò e lo seguì fra la sua gente, adottandone con convinzione lo stile di vita in terre estreme
Quel mistificatore di babbo natale
Tra slitta e renne. Torna in libreria un saggio di Claude Lévi-Strauss in cui l’antropologo sostiene che il personaggio serve a mantenere un rapporto gerarchico di obbedienza tra gli adulti e i più giovani