Jon Fosse riaccende la lingua invisibile

Lo scrittore norvegese, nel suo primo romanzo dopo il Nobel del 2023, torna agli scenari familiari inaugurando una nuova trilogia: una cittadina immaginaria, personaggi dalle esistenze tristi, solitarie, poco significative e piene di rimpianti, uno stile che fa parlare i pensieri (anche i nostri). Tutto condensato in un’unica, lunghissima frase, dialoghi esclusi

Olga Tokarczuk libera le donne invisibili

La scrittrice polacca, nel suo primo romanzo dopo il Nobel del 2018, immagina un sanatorio sul margine di una natura vitale e di un’Europa pronta a piombare nella Prima guerra mondiale. Le conversazioni tra gli uomini in cura mostrano una misoginia feroce e i limiti di ideologie finalmente insidiate dal femminile, dall’irrazionale e dal marginale

Arundhati Roy. Sono un’amica della sconfitta

La scrittrice indiana fa i conti con la madre femminista, così dura da dire «cagna» alla figlia che ora confessa: «Non ho mai voluto usare le mie armi contro di lei»; con «l’amore della mia vita», lasciato quando lui ha ereditato casa e beni della famiglia; con il nazionalismo del premier Modi, «spaventoso, politicamente stiamo perdendo»...Il bilancio della vita dell’autrice del «Dio delle piccole cose» è doloroso, ma c’è tanta passione nel fallimento...