Le lezioni politiche della pandemia

Sarebbe sbagliato dare letture escatologiche della diffusione del Covid-19 e trarne come conseguenza un “atto di morte” della globalizzazione economica e dei sistemi di governo sovranazionale delle emergenze. Al contrario, occorre apprendere una serie di lezioni, che non è questa pandemia la prima a impartirci, e che sono determinanti per un governo corretto dell’ordine e degli equilibri internazionali e per la salvaguardia della libertà politica. A partire dall’Europa.

L’urgenza della memoria Dialogo su letteratura e politica

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e lo scrittore Claudio Magris si sono incontrati a Trieste a margine di un evento scientifico. Questa conversazione è il frutto di quell’incontro. Si parla di storia, di certi capovolgimenti della storia (per esempio quando Magris vede in tv cittadini polacchi marciare con svastiche e croci uncinate nella piazza centrale di Varsavia); di politica e di etica pubblica (per esempio quando Conte ricorda che il perseguimento del bene comune è l’unica prospettiva che deve muovere l’azione); di identità (per esempio quando Magris cita la lezione di un vecchio amico: l’identità è sempre qualcosa in movimento; altrimenti s itrasforma in idolo,simulacro). Poi si parla anche di Don Chisciotte, Omero, Proust...