Sulla scorta di Paul Valéry, mi faccio forza e dico: un classico non è un idolo da venerare; di più: classici non si nasce, si diventa; e poi ancora: un classico non se ne sta polveroso e immusonito ma è qui tra noi, gli capita di invecchiare o ringiovanire, ogni tanto si allontana ma può tornare ad avvicinarsi. Prendete le critiche di Henry James all’«Educazione sentimentale»di Flaubert e quelle di Edmund Wilson a Kafka. Nelle pagine successive, alcuni esempi (clamorosi) di bocciati diventati classici
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Devo tutto a Kundera Mi ha cambiato la vita
Arrivano le «memorie controcorrente» di Alain Finkielkraut, l’intellettuale più amato e odiato di Francia. Galeotto fu il «Corriere» e un’intervista allo scrittore meno intervistabile. Che «mi spiegò lo scontro di civiltà che si era consumato a Praga» e «favorì la mia riconciliazione con il romanzo». Da allora è stato più facile capire la guerra nella ex Jugoslavia e persino le prossime presidenziali americane
Ken Follett La sera del Medioevo diventerà mattina
Conosceremo Edgar, giovane, geniale maestro d’ascia che vive con genitori e fratelli in una piccola città di un’Inghilterra rozza e violenta, e conosceremo Ragna, contessa normanna colta, appassionata e impulsiva: li separa la Manica, ma li uniranno la minaccia vichinga e le alleanze per tentare di disinnescarla. Conosceremo anche Wynstan, vescovo corrotto, capace di ogni nefandezza: punta all’arcivescovado di Canterbury e frequenta i bordelli, stupra, ricatta. Lo farà anche con Ragna
Da questa America non ci sono vie d’uscita
Visti da qui, dal Kentucky di Chris Offutt, il deserto è troppo caldo, il Nord troppo freddo, le città troppo grandi, il Midwest troppo piatto. Resta solo il Montana per fuggire, dopo avere vendicato l’uccisione del fratello.
M è tornato
"Mussolini è al vertice, è già malato e io lo racconto". Intervista ad Antonio Scurati
Per le donne il Vaticano può essere un inferno
In un romanzo la verità sulle suore
Kafka. La vita è qualcosa di più di un gioco di pazienza
Non sappiamo se il padre fosse la causa del male di Kafka, del suo senso di inadeguatezza, o se piuttosto Kafka cercasse nella figura paterna una scorciatoia per giustificare l’acuto dolore che lo affliggeva al cospetto del mondo.
I fantasmi esistono ma sono un po’scomodi
Jean-Paul Dubois ha vinto il Goncourt con un romanzo scritto in un mese. Il protagonista è un uomo buono, il portiere (reale, abita a Montréal) di un condominio: «Non è mai stata così profonda la frattura tra chi si preoccupa degli altri e chi no». Poi ci sono gli spettri: «Una questione imbarazzante. Io vivo con loro, li vedo, anche se non fisicamente. È rasserenante e doloroso»
Le ragazze con l’orecchino di perla
Arrivò in Italia vent’anni fa: Tracy Chevalier aveva scritto un romanzo (pubblicato negli Usa l’anno prima, portato al cinema nel 2003 con Scarlett Johansson) che era insieme la storia di Vermeer, della Delft del Seicento e dell’Olanda del secolo d’oro. Quel ritratto di un ritratto, già esplorato prima (vedi Vincenzo Consolo), diventerà un genere popolarissimo e di grande fortuna editoriale. Ancora oggi molto vivace
Figli inquieti di un’Olanda tropicale
Tra il1945 e il 1949 i Paesi Bassi combatterono invano per mantenere il controllo coloniale dell’Indonesia. Il romanzo di Alfred Birney si aggira fra i traumi di una generazione di meticci e gli orrori di una guerra tanto sporca quanto rimossa