Gaël Giraud è un economista e un gesuita. Dice: c’è la proprietà privata, ciò che è mio; poi c’è la proprietà pubblica, quella dello Stato; ma c’è soprattutto la cosa comune di cui è proprietaria una comunità: le risorse simboliche, culturali, materiali, ecologiche che gestiamo attraverso deliberazioni condivise. È la mia terza via
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«Non si può abusare della bellezza». Intervista a Pietro Marcello
L’amore per gli archivi, l’importanza delle inchieste, il mandato sociale dell’arte che non deve essere mai fine a se stessa. E l’incontro con Goffredo Fofi, “la più grande fortuna della mia vita”. Un dialogo con il regista di "Duse", in questi giorni al cinema.
Con l’arredamento bisogna mischiare. Come il letteratura
Case belle Marco Missiroli
Le sette matte che mi hanno salvata
Psichiatra e vincitrice del Goncourt, Lydie Salvayre considera sorelle le autrici che l’hanno aiutata a superare il blocco di scrittrice. Hanno avuto esistenze tragiche (tranne Colette): «C’è una risonanza tra opera e vita, sono inseparabili»
È il nostro ego la maledizione
Nel remake della «Guerra dei Roses» scambi di ruolo e lessico da finanza. Parla lo sceneggiatore
Giri di alleanze nella famiglia
Equilibri e dinamiche delle unioni: a «la Lettura» Katie Kitamura anticipa i temi del nuovo romanzo
L’identità è multipla ma lo Stato non lo sa
Michael Herzfeld invita a non imporre categorie rigide a individui e gruppi. «La tradizione è un’idea prodotta da chi cerca un ancoraggio nel passato»
Slavoj Zizek «Europa mia ora svegliati»
Trump? Un fascista libertario. Vance? È pure peggio
Alessandro Piperno Un giorno finirà questa ossessione per la letteratura
Nel suo ultimo libro affronta il problema che accomuna tutti, da Baudelaire a Kafka a Primo Levi: non poter fare a meno dello spietato rito della scrittura. Che poi a conti fatti, dice, non è altro che affrontare la vera questione: il tempo
Casa mia e dove acqua fredda e calda sono invertite
Case belle. Chiara Valerio