Cropper I braccianti digitali al servizio dei robot

È l'ultima categoria di lavoratori prodotta dalla rivoluzione tecnologica: la più bassa, la meno pagata. Gli «sharecropper», coltivatori, sono più che altro come i raccoglitori di pomodori. Ecco che cosa fanno in cambio di pochi dollari: per istruire l'intelligenza artificiale, per aiutarla a interpretare la realtà, a riconoscere un volto, a guidare senza autista, a distinguere un cane da un gallo, un pedone da un lampione, occorre immettere nelle macchine milioni di «immagini etichettate». I cropper sono gli «etichettatori»

Gli imprevisti dell’«homo digitalis»

L'economista e sociologo francese Daniel Cohen sarà oggi al Salone del libro di Torino per presentare il suo nuovo saggio «I tempi sono cambiati», per Codice edizioni. «L'«apprendimento profondo è una espressione usata per indicare le funzioni delle macchine, che finora erano prerogativa solo degli umani - come avere dei ricordi, interpretarli, prendere decisioni e adattarsi, modificando il proprio 'comportamento'. Tutto ciò può apparire entusiasmante. O, all'opposto, inquietante»

Intelligenza artificiale. Bolognini (IIP): “Tra privacy e algoritmi. Equilibrio difficile ma necessario”

Algoritmi, decisioni automatizzate, intelligenza artificiale (AI), umanità aumentata. Dovrà essere sempre più il pane quotidiano di chi è chiamato a tutelare la nostra privacy perché non si tratterà solo di occuparsi di sicurezza dei dati e dei sistemi ma, spiega al Sir il presidente dell'Istituto italiano per la privacy, Luca Bolognini, occorrerà anche “proteggerci da sensori e da minacce non umane, poco tracciabili e ‘responsabilizzabili’”. E se la sfida è trovare un equilibrio fra diritti inviolabili e corsa all'innovazione tecnologica, l'ultima parola dovrà sempre spettare all'uomo