Il Nagorno Karabakh è un paese che non esiste. Amato dagli armeni, conteso dall’Azerbaigian, dimenticato dal resto del mondo, questo piccolo fazzoletto di terra del Caucaso meridionale si dibatte tra la guerra e la pace da più di vent’anni.
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Cosa c’è dietro gli scontri nel Nagorno Karabakh
In Azerbaigian, Ilham Aliyev lotta per prolungare il regime dinastico della sua famiglia per una terza generazione
L’asfalto del Kosovo sul monastero serbo
Nonostante la legge la protegga, una strada minaccia l’enclave ortodossa di Decani, una struttura con 25monaci tutelata dall’Unesco. I militari italiani del contingente Kfor fanno la guardia, ma le ruspe incombenti sono il segno dei fragili equilibri della piccola repubblica (a maggioranza albanese e musulmana)mai davvero uscita dalla guerra
Il senso delle guerre
Elliot Ackerman è uno scrittore, ex Marine reduce della seconda battaglia di Falluja in Iraq, autore di un romanzo che è la storia di un sopravvissuto; Giulio Giorello,filosofo, è convalescente dopo due mesi di ospedale per l’aggressione del coronavirus; Sergio Harari, in trincea durante l’emergenzaCovid-19 in un ospedale milanese, è stato anche lui colpito dalla malattia. Discutono del loro lavoro, cioè della loro vita. Prima e dopo la guerra. La questione è definire il nemico
10 giugno ’40, per l’Italia è l’ora del destino
Ottant'anni fa la dichiarazione di guerra.
Ciak! La Costituzione – L’Italia ripudia la guerra (art. 11) – Il video dell’Istituto Molinari di Milano
Con il suo video per il progetto Ciak! La Costituzione, la 5A dell'Istituto Molinari di Milano ha provato a chiedersi come sarebbe stata diversa la nostra storia se nel 1939 fosse già esistito l'articolo 11 della Costituzione repubblicana che afferma che «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
Il gioco pericoloso di Ankara in Siria
L'intervento militare nella provincia di Idlib sta isolando la Turchia e rischia di trascinarla in un conflitto con la Russia
A Idlib è in corso la peggior tragedia umanitaria del secolo
Secondo le Nazioni Unite circa 900mila persone, tra cui moltissimi bambini, sono in marcia nel cuore dell’inverno siriano per sfuggire a un’offensiva guidata dall’esercito di Bashar al Assad appoggiato dall’aviazione russa. Questa massa di persone scappa dai bombardamenti aerei e dai colpi di artiglieria, ma non ha un posto dove andare perché l’unico orizzonte è la frontiera turca, chiusa.
Le conseguenze dello strappo Russia-Turchia
Libia e Siria sono due pedine del contrasto fra Russia e Turchia
Se il Sultano sfida lo Zar
Il via libera della Turchia ai profughi siriani