.....non esiste una soluzione unica e miracolosa ai nostri problemi. Dovremo certo usare l´energia in maniera più efficiente, ma non possiamo rinunciare al contributo crescente dell´energia del sole, del vento, delle biomasse e del nucleare, oltre che delle tecnologie avanzate nei combustibili fossili.
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L´economia ai tempi del web
Lo Stato assume il compito di fornire l´infrastruttura della rete Internet che non è più finanziata dalla pubblicità (col beneficio di una diminuzione dell´inquinamento dovuto alla contrazione dei consumi «indotti» da quella); ma dalle tasse, che la collettività decide democraticamente di pagare per massimizzare il bene pubblico dell´informazione. In tal caso non esiste più un problema di free riders. La libera circolazione dell´informazione fornita dalla rete, anziché costituire un danno per i fornitori privati, soddisfa pienamente lo scopo del fornitore pubblico
Un nuovo Keynes per fare ordine
Ma se la globalizzazione è in pericolo, chi sono i suoi veri nemici? C'è stato un periodo in cui le élite globali potevano confortarsi pensando che l'opposizione al sistema degli scambi mondiale era rappresentata da anarchici violenti, protezionisti interessati, sindacalisti e giovani tanto idealisti quanto ignoranti.
E ora la grande crisi del cibo può frenare la globalizzazione
Il fallimento, ieri, a Ginevra, del disperato tentativo di rianimare la trattativa commerciale globale, avviata a Doha nel 2001 e rimasta bloccata in sette anni di impasse ha un impatto, prima ancora che economico, psicologico: si esaurisce l´attitudine a vedere, nell´apertura dei mercati, prima i vantaggi che gli svantaggi e la globalizzazione non appare più irreversibile.
Il complesso di superiorità
Centocinquantatré Paesi hanno cercato per nove giorni a Ginevra un nuovo accordo sul commercio internazionale. E non l´hanno trovato.
Per il sistema globale la prospettiva di un prolungato rallentamento
Qual è dunque lo stato di salute attuale dell'economia mondiale? E quale direzione potrebbe imboccare? (...) La risposta alla prima domanda si divide in due parti: turbolenze finanziarie continuate e aumento dei prezzi delle materie prime.
Il supercapitalismo sta stritolando la democrazia.
L’enorme quantità di denaro delle grandi imprese ingolfa le istituzioni
Solo il mercato ci può salvare.
Quando le attività rallentano, quando c’è un lungo periodo privo dei benefici di un boom, quello è il momento buono per concentrarsi sulle riforme strutturali di base
La filosofia e il mercato. Questo mondo senza equità
Nell’intervista a Guido Rossi l’appello per una nuova filosofia del diritto contro l’ingiustizia provocata dal supercapitalismo.
Vivere (bene) al minimo – Sobri per scelta verso la felicità
...un conto è scegliere la decrescita, altro è subirla. Il progetto di una società della decrescita è radicalmente diverso dalla crescita negativa. Il primo può essere comparato a una cura di austerità volontariamente intrapresa per migliorare la propria forma fisica, quando i consumi eccessivi ci fanno rischiare l' obesità. La seconda è una dieta forzata che può condurre alla morte per inedia.