Gli siamo stati grati, lo siamo ancora. Lo abbiamo visto al cinema, a teatro. Ha imparato a farci ridere («I soliti ignoti»), ha continuato a farci ridere («La Grande guerra», e non solo) e ci ha fatto piangere («La Grande guerra», e non solo), ha accompagnato l’Italia del dopoguerra dandole voce e volti. È stato un attore straordinario e un uomo che ha molto vissuto, molto amato e molto sofferto. Se n’è andato il 29 giugno di 20 annifa. Eccolo: con la sua storia, con una poesia dedicata alla moglie. E nelle parole dei figli
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Qualcuno ha rubato la preghiera per il padre
Nathan Englander innesca un corto circuito fra le tradizioni di una comunità di ebrei ortodossi e il mondo di Internet, truffe incluse. In realtà «Kaddish.com» è una riflessione sulla devozione e sul legame tra genitori e figli
La segregazione esiste (anche per noi asiatici)
Una coreana a Milwaukee. PattyYumi Cottrell, adottata nel Midwest da una coppia di bianchi, narra la città considerata più etnicamente divisa: «Qui la gente non vuole vedere i problemi razziali». Il suo romanzo parla pure di questo
Vivere significa tradire (anche la lingua)
Un afghano a Parigi. Atiq Rahimi è nato a Kabul, a 16 anni ha capito di più di sé e del suo Paese visitando l’India, a 22 si è trasferito in Europa, nel 2008 ha vinto all’esordio il premio Goncourt. Elogio dello sradicamento, nonostante il dolore
Attenzione, il sangue non è acqua
Motori della vita. Il rosso fluido che scorre nelle vene irrora tutta la nostra cultura: scienza, religione, simbologia, letteratura e cinema
Bella ciao, Frederika
Il ricordo di Frederika Randall
La dattilografa e il demiurgo
Desy leardi. Nel gioco tra i generi la spregiudicatezza di una scrittura ironica
«Ulisse» riparla italiano
James Joyce. Per decenni considerato intraducibile, il capolavoro ambientato il 16 giugno 1904 esce ora in un una nuova versione tradotta e annotata da Mario Biondi
Cittadini del mondo, ideale imperfetto
La natura del cosmopolitismo
Che mestiere difficile il multiculturalismo
Il nuovo romanzo della franco-marocchina Leila Slimani tocca il tema dell’identità. Il dialogo con civiltà diverse, avverte, «è complicato come l’amore: bisogna vivere nel clima di un altro, rinunciare al comfort di sé stessi»