Androidi con l’anima

Kazuo Ishiguro nel romanzo «Klara e il Sole», il primo dopo il Nobel del 2017, immagina un futuro non così remoto nel quale si possono acquistare automi capaci di interagire con noi anche emotivamente: «Volevo indagare se gli esseri umani siano fondamentalmente soli». Uno sguardo consapevole sui progressi compiuti dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, anche se lo scrittore britannico di origine giapponese vive il rammarico di avere «voltato le spalle» da giovane alla conoscenza scientifica, quando stabilì che sarebbe rimasto dalla parte «artistica» del muro tra le due culture. In quest’anno di pandemia, dice, ha capito che «forse è un errore che stiamo facendo tutti come civiltà»

Perché non tutti gli errori vengono per nuocere: il cambiamento passa anche dagli sbagli 

In società di stampo individualistico il peso di un errore può essere maggiore rispetto a quello dello stesso errore in una società di natura collettivistica nella quale, per esempio, è più probabile che la rete relazionale e parentale sia a disposizione di chi ha commesso l’errore per attenuarne le conseguenze