In effetti, a guardarli bene, i suoi libri vantano più debiti con la narrativa settecentesca che con quella realista a cui vorrebbero ispirarsi. Lui, proprio come quei geniali pazzoidi precursori, concepisce il romanzo come una performance clownesca. Gli piace fare il saccente, lo spiritoso, il saltimbanco. Apre parentesi e divaga come Henry Fielding e Laurence Sterne; dà conto di improbabili viaggi picareschi come Daniel Defoe; moraleggia e satireggia alla maniera di Jonathan Swift; ha un gusto del malaffare e del libertinaggio che non ha nulla da invidiare ad Antoine François Prévost e a Pierre Ambroise-François Choderlos de Laclos. La verità è che Bellow quando scrive non ha paura di niente
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Che cosa divide scienza e coscienza
Davvero tecnologia, medicina, genetica e etica viaggiano su binari diversi? Il loro rapporto va ripensato, alla luce degli errori del passato
Paolo Naso e le religioni tra guerra e pace
Il pericolo del fondamentalismo è sempre in agguato e nessuna religione è immune.
I nostri difetti salveranno il pianeta
La percezione dei propri limiti può impedire all’uomo di distruggere il mondo. Lo hanno capito i ragazzi del clima, che vanno ascoltati
I curdi e quei popoli senza Stato
L’idea dei diritti umani inalienabili presume che ci siano stati-nazione indipendenti e che nessuna persona ne sia al di fuori. È quindi una dichiarazione impotente nei fondamenti
Libertà che trafigge la vita e paura La forza terribile della fede
La ricerca di Giorgio Pressburger alle radici profonde del credere
Apocalypse Now torna nella sua versione più autentica: dal licenziamento di Keitel alla mancata regia di Lucas, cinque cose che non sapete su questo capolavoro
Il cult di Francis Ford Coppola ricompare nella sale rimontato come voleva il cineasta
Che, in realtà nel 1979, non avrebbe dovuto essere lui a dirigerlo
Due nomadismi, due generazioni
Nobel 2018-2019. Quello di Handke è un viaggiare, un attraversare che registra con scavo quasi invisibile, perché pare fermarsi alla superficie mentre cerca radici e legàmi. Quello di Tokarczuk è canto corale dell’inquietudine
1919: la letteratura sfigurata
L’età ortopedica. Le «gueules cassées», le «facce rotte», gli sfregiati della prima Guerra mondiale, non furono solo l’emblema dei pacifisti, ma anche di chi inneggiava alla guerra. Nacque così una strana estetica del mutilato
Una violenta impotenza
Ne «Il bell’Antonio» di Vitaliano Brancati i personaggi si occupano quasi totalmente, ossessivamente, della questione del maschio. Forza, desiderio, conquista, status, anche invidia: c’è dentro tutto