Il premio Berggruen (un milione di dollari) va a Michael Sandel, il filosofo che ha esercitato una grande influenza nel modo in cui pensiamo concetti fondamentali per la democrazia
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Marcelle Padovani. Sciascia e Falcone le mie guide tra i misteri d’Italia
Da ragazza si trasferì con la famiglia dalla Corsica a Parigi E fu lì, dopo aver abbandonato una “cultura della diffidenza” che scoprì cosa vuol dire sentirsi stranieri. Oggi la grande giornalista spiega come ha raccontato il nostro Paese. E i suoi eroi
Orhan Pamuk La letteratura non salva né ferma i crimini E troppa etica la uccide
Esce in due volumi il Meridiano Mondadori dedicato al Premio Nobel turco "Scrivere serve a dare forma ai sogni, anche quando fuori regna la violenza"
Derrida e l’arte che rende lieve la terra a chi non c’è più
Che cosa resta dei nostri amici e familiari quando se ne vanno? Come affrontare il loro improvviso silenzio? Come si supera un lutto che pare la fine del mondo? I pensieri di un grande filosofo
Il teorema di PPP è dimostrato
È la nemesi del conformismo, colui che l’Italia voleva mostro per assolversi dalla cattiva coscienza collettiva, è la voce che abbiamo processato per tutta la vita. Poeta, intellettuale, regista, profeta, vittima sacrificale. A cinquant’anni dalla morte, celebriamo Pasolini
Quella resta una storia sbagliata
L’omicidio all’Idroscalo di Ostia è tuttora un mistero che continua a interrogare la coscienza del Paese
PUPI AVATI Dopo il cinema il deserto mi ha accolto
La scelta di una carriera tardiva, arrivata un po’ come un vizio a travolgere un’esistenza borghese. Le passeggiate con Fellini a evocare la musa capricciosa dei film. Poi un’età in cui, confessa il regista, la creatività si spegne. E restano i ricordi
John Grisham. Trump è un bullo, America nel caos
La svolta in Medio Oriente non fa cambiare idea al romanziere che torna in libreria con «La vedova», storia di un avvocato (come lui) di provincia (come lui). «Ha mandato la Guardia nazionale nelle strade, ha un piano in testa che pare quello di un dittatore» nella testa che assomiglia a quello di un dittatore.
Arundhati Roy. Sono un’amica della sconfitta
La scrittrice indiana fa i conti con la madre femminista, così dura da dire «cagna» alla figlia che ora confessa: «Non ho mai voluto usare le mie armi contro di lei»; con «l’amore della mia vita», lasciato quando lui ha ereditato casa e beni della famiglia; con il nazionalismo del premier Modi, «spaventoso, politicamente stiamo perdendo»...Il bilancio della vita dell’autrice del «Dio delle piccole cose» è doloroso, ma c’è tanta passione nel fallimento...
Il secolo di Bauman profeta laico dell’uomo liquido
Il grande sociologo avrebbe compiuto cento anni il 19 novembre. Nessuno come lui capì in anticipo quanto fossero fragili gli strumenti che ci eravamo dati per proteggere lavoro, diritti e democrazia