Per chi avesse letto solo i titoli ripropongo qui alcuni passaggi dell’intervista a Liliana, che non mi sembra affatto in contraddizione o ancor peggio in opposizione alle parole che ha usato David Grossman
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Grossman «È genocidio mi si spezza il cuore ma adesso devo dirlo»
“Per molti anni mi sono rifiutato di utilizzare quella parola. Ora però, dopo le immagini che ho visto, quello che ho letto e ciò che ho ascoltato da persone che sono state lì, non posso più trattenermi dall’usarla”
Gaza, Liliana Segre: «La parola genocidio è troppo carica di odio e viene usata per vendetta»
Parla la senatrice a vita: “Quando si affama una popolazione il rischio di arrivare all’indicibile esiste. Vederlo fare da Israele è straziante. Però l’uso di quel termine è compiaciuto. L’insistenza a imporlo a tutti, in primis agli ebrei, è morbosa”
Anna Foa, «Aspettavo le sentenze ma ora mi unisco a Grossman, a Gaza è un genocidio»
Intervista alla storica: “Per un ebreo israeliano evocare quella possibilità è terribile, spalanca la porta del passato”
La strage degli innocenti
L’infanticidio a Gaza che farebbe impallidire persino Erode
Non abbiamo il diritto di arrenderci
Gaza impone un esame di coscienza. Soprattutto agli intellettuali Comincia così questo dialogo tra l’autore di “M” e lo scrittore arabo-canadese Omar El Akkad. Perché, mentre il mondo guarda al nuovo fronte iraniano, i palestinesi sono più soli che mai
I due volti del fanatismo religioso
Nazi-sionisti contro nazi-islamisti. C’è un lato oscuro nell’ebraismo che nasce dalla sua radice politica: l’israelismo.
Il diritto internazionale non protegge i palestinesi
Uno dei più importanti intellettuali palestinesi accusa il mondo di non essere mai stato in grado di arginare Israele. L’unica speranza è la resistenza in Cisgiordania e a Gaza
La Striscia di Gaza non esiste più
Dopo venti mesi di bombardamenti Rafah è sparita. Rasa al suolo. E non è l’unica città distrutta dall’esercito israeliano
La guerra di Gaza non è più di difesa, purtroppo è diventata un’altra cosa
Difendere Israele significa fare chiarezza su una storia equivocata e riscritta dai nemici dello Stato ebraico, ma significa anche avere l’onestà di denunciare le derive estremiste del governo Netanyahu