Da anni, ormai, si sa che cosa bisogna fare per fermare l'Isis e i suoi complici. Ma non abbiamo fatto nulla, e sono arrivate, oltre alle stragi in Siria e Iraq, anche quelle dell'aereo russo, del mercato di Beirut e di Parigi. La nostra specialità: pontificare sui giornali.
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La macchina del fango
Dai calzini turchesi di un magistrato allo “scoop” sulla malattia del papa. Perché noi italiani siamo maestri nell’arte dell’insinuazione calunniosa
Se una macrobiblioteca digitale spiazza il business dell’informazione
Google realizzò una grande impresa tecnologica senza riuscire a blindarla commercialmente. Oggi la questione è trovare un corretto equilibrio tra la democratizzazione del sapere e gli interessi economici.
Informati o infornati? Meglio studiare
L’arte del sapere
Come cambia la stessa notizia sui vari giornali
Il pluralismo è un esercizio di stile È la stampa, bellezza Le reazioni immaginifiche (ma non troppo) dei giornali alle conversazioni.
L’alto tradimento di Alto gradimento
Dall’uccello Scarpantibus all’urlo «Patroclooo!», Bracardi ha creato figure leggendarie per la trasmissione radio. Ma, accusa, se ne sono appropriati Arbore e Boncompagni
I sogni infranti dei free lance
Case editrici e media. Tra stagisti, precarietà diffusa, mobbing e ricatti la ricerca di uno status intellettuale che prevede la rinuncia di un salario e della propria libertà
Giornalisti Pupazzetti del potere
In Italia l’opinione pubblica non esiste più da tempo perché il giornalismo (per prima la tv) è riuscito nel corso di questi ultimi vent’anni a sostituirla, ed così facendo a ucciderla.
Annozero e la degenerazione del giornalismo italiano
Il rischio è che il giornalista prenda gusto alla contesa politica, fino a identificarsi con la figura stessa del politico. Difficile, a questo punto, che egli ricordi la professione peculiare che esercita, e i doveri primari che ha verso il lettore o lo spettatore.
Le nuove regole della lingua scritta
Una consistente bibliografia internazionale ha dimostrato che la comunicazione mediata dai nuovi strumenti tecnologici (computer e cellulare, con il vistoso fenomeno degli sms) riduce la distanza tra scrittura ed oralità e produce un effetto di compresenza virtuale tra gli interlocutori attraverso l’uso caratterizzante di espedienti dialogici