Il delitto è un’opera d’arte

Nel thriller di Marco De Franchi si «mette in scena (del crimine)» Caravaggio; nel thriller di Dario Correnti si allestiscono le persecuzioni dei santi torturati nel ciclo della basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio... E prima di loro Grangé e Zilahy e Pérez-Reverte... Fino a Dan Brown ed Eco e (udite udite) Dante... Perché gli assassini (e gli scrittori) sono così affascinati dalle relazioni tra dipinti, sculture e omicidi? Rispondono Donato Carrisi e Luca Crovi

Le parole per scriverlo

La regola per raccontare il sesso la pubblicò una sessantina d’ anni fa il critico Douglas Bush: non serve ricorrere a troppi particolari se si vuole descrivere (bene) un amplesso. A parte le stupefacenti eccezioni di Joyce e D.H. Lawrence e pochi altri, i dettagli anatomici «costituiscono, di norma, un fallimento». Oggi no: da presunto rifugio per scrittori pigri e senza talento, l’ esibizione dei particolari si rivela un metodo tra i più intellettualmente stimolanti per raccontare, ed esplorare, lo spirito del tempo. Ecco come