La rivoluzione non è finita

In un mondo unificato dal mercato globale, la malinconia ha ormai avvolto il concetto stesso di politica e l'ipotesi di un sommovimento radicale sembra improponibile. Eppure l'anniversario dell'Ottobre rosso ha riportato la questione al centro del dibattito intellettuale. Il progetto leninista di una liberazione degli sfruttati da realizzare accelerando lo sviluppo tecnico risulta però del tutto inadeguata, mentre riprende quota la visione di Walter Benjamin, che invocava un «freno di emergenza» per interrompere la corsa catastrofica del falso progresso. Si confrontano oggi almeno tre impostazioni differenti: Etienne Balibar chiede più democrazia, Slavoj Zizek vuole rivisitare il comunismo, David Graeber propone «spazi autonomi», forme alternative in cui costruire una nuova convivenza. Insomma, la «vecchia talpa» di Karl Marx continua a scavare e può riservarci notevoli sorprese