La macchina viene prima di tutto. Anche di chi è in sella a una bici, che troppo spesso è vittima di guidatori disattenti e spericolati, scrive Tobias Jones
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Make Europe
Il solo slogan possibile da contrapporre a Trump e alla grande adunata dei fascisti e dei sovranisti finanziata da Musk, è Make Europe Unite. Unità europea come sola salvezza contro il nazionalismo
Divertentissimo Trump
Le sue “sparate” da interessante contraddizione vivente
Giornalisti e attivisti spiati con un software nel telefono
Lo strumento di spionaggio digitale fornito al governo italiano da un’azienda israeliana è stato usato in modo illegale e contro gli accordi. Per questo il produttore ha sospeso il contratto
Il decennio lungo e il suo annalista
Anni 70. Nel magmatico libro di Enrico Deaglio, accanto all’eccesso di informazioni (ma senza un indice dei nomi) il riuscito montaggio di fatti, luoghi e scenari permette inedite connessioni tanto gli anni del tritolo, del piombo e dell’allargamento dei diritti sociali e civili, ma anche quelli in cui mafia, economia e un certo modo di fare finanza si unirono in torbidi intrecci eversivi.
Una montagna di disuguaglianze
Cosa ci insegna il caos di Roccaraso
I film sul Messico senza messicani
Polemiche e applausi in America Latina
Gli uomini che ci fanno ridere hanno smesso di far innamorare
Vedere un simpaticissimo Timothée Chalamet a Snl ha messo in crisi la fede in un longevo cliché. Ma, alla fine, se anche piacciono gli antipatici, una cosa sola è certa: il talento è sempre attraente
Di piombo e di battaglie civili. Il decennio che ancora divide
Manuale di storia, saggio, album di ricordi e fotografie: Enrico Deaglio con Ivan Carozzi ripercorre gli anni Settanta. Ritratto di un’Italia lacerata dal terrorismo, dalle stragi, dai misteri, ma anche capace di grandi conquiste sociali
Parasite è un modello globale. Il resto è re-make, -vival, -boot
I 25 anni più rivoluzionari del cinema (simili al periodo 1895-1920, ma più dirompenti di Nouvelle Vague, neorealismo e New Hollywood) non hanno un rivoluzionario. È finito l’autore, ora il regista è lo spettatore, cioè la persona che fa del film ciò che vuole: pause, streaming, «binge watching», interferenze, salti, interazioni social... E determina il riciclo dell’immaginario