Il nuovo mondo dopo la fine della supremazia americana

In un mondo diviso fra universalisti e particolaristi, Cina e occidente rappresentano due modelli in qualche modo analoghi L’Europa è passata attraverso un processo di secolarizzazione, il regime cinese ha affrontato la «smilitarizzazione della mente». Il tramonto dell’egemonia americana ha favorito una convergenza fra il vecchio continente e Pechino

La Francia dopo cinque anni di «dottrina Macron»

Dall’inizio del suo primo mandato il presidente ha cercato di lasciare la sua impronta sulla politica internazionale L’invasione ha cambiato le relazioni con i paesi europei ma non solo: Parigi ha cercato invano una mediazione tra Mosca e Kiev, mentre si sono indeboliti l’asse con la Germania e l’intesa con l’Italia. Motivi di tensione coinvolgono anche gli Usa

La «normalità» del rapporto storico fra italiani e guerra

Dall’antichità il legame tra gli abitanti della penisola e l’attività bellica è stato intricato, al tempo stesso costante e mutevole, ricorrente e sempre diverso. Il nostro paese ha subito la doppia invenzione della ritrosia e dell’interventismo Ma la storia militare non può limitarsi a raccontare gli scontri e le battaglie: deve tenere conto dei più lunghi tempi di pace

La vera apocalisse arriverà con il crollo di Internet

L’idea del blackout della rete non è una teoria. Siamo così dipendenti a livello individuale, sociale, economico e governativo dalle strutture digitali che il loro collasso darebbe origine a una catastrofe senza precedenti. Error 404 è il tipico messaggio di errore che compare in rete quando un contenuto non è piú disponibile. Un titolo che allude al crollo della rete. Perché la domanda non è se internet collasserà ma quando.

L’occhio di Xi Jinping sorveglia anche le emozioni

Nuove leggi in materia di sicurezza dei dati, tutela della privacy e antitrust hanno cementato agli inizi dell’anno la presa del Pcc su vaste riserve di informazioni in possesso del regime. Tra le nuove forme di controllo politico, le più inquietanti riguardano il riconoscimento delle emozioni e la profilazione razziale. Le democrazie possono fare di più per arginarle