Vetro o lamiere Il futuro urbano dell’Africa

Eserciti di persone premono ogni giorno alle porte delle città, le metropoli s'ingrossano spesso in modo caotico affiancando grattacieli avveniristici (stile Dubai) ad agglomerati poveri e poverissimi. Ne parliamo con la sindaca di Freetown (Sierra Leone), con un regista angolano in concorso al Festival di Milano, con un'architetta di Addis Abeba, con un urbanista che lavora a Nairobi per l'agenzia Onu-Habitat. «Dobbiamo riprogettare la casa e l'uso della terra, il tempo per evitare il disastro sociale ed ecologico sta scadendo

Europa, città aperta

L’emergenza legata al coronavirus ha suscitato una nuova riflessione sulle città, prima spogliate degli abitanti a causa del lockdown, poi rianimate con qualche titubanza; allo stesso modo si è imposto un modo nuovo di abitare gli spazi pubblici: all’aperto come piazze e strade; chiusi come scuole, teatri e anche ospedali. Renzo Piano è l’architetto-totale (ma ama definirsi anche architetto condotto, come il medico umanista di una volta) che più di tutti ha ripensato i rapporti tra città— centro e periferie— e campagna, tra urbanizzazione e natura. In questa lunga conversazione con «la Lettura», summa e manifesto della sua riflessione intellettuale, alla vigilia dell’inaugurazione del ponte di Genova, svela una visione urbanistica (cioè felicemente politica) dell’Europa: non più continente,ma «una città unita»da idee e trasporti, reti ferroviarie e reti del pensiero