In effetti, a guardarli bene, i suoi libri vantano più debiti con la narrativa settecentesca che con quella realista a cui vorrebbero ispirarsi. Lui, proprio come quei geniali pazzoidi precursori, concepisce il romanzo come una performance clownesca. Gli piace fare il saccente, lo spiritoso, il saltimbanco. Apre parentesi e divaga come Henry Fielding e Laurence Sterne; dà conto di improbabili viaggi picareschi come Daniel Defoe; moraleggia e satireggia alla maniera di Jonathan Swift; ha un gusto del malaffare e del libertinaggio che non ha nulla da invidiare ad Antoine François Prévost e a Pierre Ambroise-François Choderlos de Laclos. La verità è che Bellow quando scrive non ha paura di niente
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Due nomadismi, due generazioni
Nobel 2018-2019. Quello di Handke è un viaggiare, un attraversare che registra con scavo quasi invisibile, perché pare fermarsi alla superficie mentre cerca radici e legàmi. Quello di Tokarczuk è canto corale dell’inquietudine
1919: la letteratura sfigurata
L’età ortopedica. Le «gueules cassées», le «facce rotte», gli sfregiati della prima Guerra mondiale, non furono solo l’emblema dei pacifisti, ma anche di chi inneggiava alla guerra. Nacque così una strana estetica del mutilato
Una violenta impotenza
Ne «Il bell’Antonio» di Vitaliano Brancati i personaggi si occupano quasi totalmente, ossessivamente, della questione del maschio. Forza, desiderio, conquista, status, anche invidia: c’è dentro tutto
Montale alla guerra armato di canzoniere
L’edizione commentata della terza raccolta del premio Nobel permette di(ri)fare i conti con il testo che chiude una lunga parabola della nostra letteratura. Incluse la Shoah e il gulag, date e luoghi
Vargas Llosa «I miei maestri di politica»
«Non ho mai separato la politica dalla letteratura. Ho creduto nella rivoluzione cubana e nel comunismo. Ma mi sono allontanato dall’una e dall’altro. Nel 1966, in Urss, mi resi conto che quello era un luogo di disuguaglianze con una claustrofobia collettiva. Poi, a Londra, ci fu la svolta decisiva»
Paul Auster “Mi sento sempre un esordiente Scrivere è un’occupazione umiliante”
Nella sua poetica è ricorrente la presenza del caso. Dice che nulla lo ha sconvolto come l’aver visto un ragazzino ucciso da un fulmine
Morte a Venezia Ma si è vivi finché si scrive
Ginevra Lamberti riflette su «il giorno in cui», cioè il lutto, e la precarietà
Joël Dicker «Cavalcare la Tigre mi dà coraggio»
Strano ma vero: un autore oggi bestseller con storie intricatissime di 600 pagine non riusciva a scrivere che poche pagine, poi si fermava. «La letteratura russa mi ha insegnato a superare il blocco». A quella è ispirato il racconto che gli ha permesso di affermarsi e che ora torna in libreria, illustrato. «Le serie tv dimostrano che c’è bisogno di romanzi. Che sono meglio»
Abbracciate le emozioni e conoscerete l’amore
Marie-Aude Murail ha creato il personaggio dello psicologo antillano Sauveur,salvatore di nome e di fatto. «Ringrazio mia mamma che diceva: chi da piccolo gioca bene, cresce bene»