Forever Jung

Il padre della psicologia analitica continua a stupire: dal suo immenso archivio emergono ancora inediti come i disegni, i dipinti e le sculture pubblicati in un libro che qui anticipiamo. Sono la prova di un pensiero che inseguiva nell’immagine il fondamento della psiche: perché è nell’arte che va cercato il suo ultimo mistero?

Philip Roth è Socrate

Lo scrittore di «Pastorale americana» ha trascorso le ultime tre settimane di vita nell’unità di terapia intensiva cardiologica del Presbyterian Hospital di New York. Dodici giorni dopo il ricovero il medico mi ha detto: «È un filosofo, vero?». Sì, ho risposto. Perché era socratico: voleva insegnarci a morire. Ha perfino ricordato, come Socrate, un piccolo debito che aveva con la signora Solano, la sua governante

«Caro Ben, riscrivi!» Così Philip correggeva l’amico

Benjamin Taylor conobbe Roth nel 1995, a 43 anni. Diventarono amici,molto amici. Al punto che il giovane scrittore poté mandare al grande autore le bozze del proprio memoir e riceverne correzioni e suggerimenti, così come il grande autore cominciò a inviare al giovane scrittore i suoi testi: «Tutto molto doloroso e molto utile», confida ora a «la Lettura»