Joshua Cohen, il romanziere che ha raccontato l’ascesa e i rischi di internet, riceve l’Artfor Peace Award. «I totalitarismi del XX secolo sarebbero stati invincibili con le tecnologie attuali. Oggi siamo più controllati, ma ci salviamo solo per la stupidità del potere»
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Le impronte di Neanderthal nel Covid-19
Cisono due regioni nel genoma umano che aumenterebbero il rischio di ammalarsi di coronavirus in modo serio. Una di queste regioni, sul cromosoma 9, ha a che fare con i gruppi sanguigni: il gruppo A s’assocerebbe a una malattia più severa (lo avevano visto i ricercatori cinesi, lo conferma il «New England Journal of Medicine»).Ma nel genoma c’è una regione più interessante: si trova sul cromosoma 3, è l’eredità dell’incrocio tra Sapiens e Neanderthal. Il più serio fattore di rischio sembra che l’abbiamo ereditato, dice ora una ricerca su«Nature», da questi ultimi. Ecco come
Covid digitale. De Lillo spegne la tecnologia
È uno degli autori più grandi di oggi, con un fiuto per quello che accadrà (come l’11settembre, come il 2008). Nel nuovo romanzo, scritto prima della pandemia e uscito in America, immagina che una sera del 2022 si verifichi un blackout globale tecnologico: si fermano computer, tv, telefoni, il mondo torna analogico e immediatamente tutto perde significato, con l’uomo che contempla sé stesso in uno schermo buio. Il libro non poteva che intitolarsi «The Silence»
E poi Ulisse… Il sequel in versi dell’Odissea
L’eroe greco torna a casa ma, fedele alla propria natura inquieta,riprende la via del mare e punta verso il Nord Africa: un’altra epopea. Che non è stata scritta dal mitico cantore ma da un poeta del Novecento, il cretese Nikos Kazantzakis, che compose altri 33.333 versi immaginando che cos’era accaduto dopo Itaca. Ma c’è un’epopea ulteriore, che ha per protagonista Nicola Crocetti, editore, fondatore della rivista «Poesia» e divulgatore della cultura greca: per 7 anni ha lavorato a una traduzione di questo secondo poema. Che ora arriva in libreria: «Un’arca di Noè delle parole, salvate prima che scomparissero»
Tolstoj Il grande contestatore
Il 20 novembre 1910, esattamente 110 anni fa, moriva di polmonite— solo, detestato, scomunicato — uno tra i romanzieri del XIX secolo a noi più contemporanei, l’intellettuale che ha avuto (almeno) quattro vite: ferocemente antimilitarista, entusiasta riformatore del sistema scolastico, critico dell’ipocrisia sociale, aperto contestatore della corruzione della Chiesa ortodossa.
Yukio Mishima. L’ultimo samurai
Il 25 novembre 1970 lo scrittore salutò moglie e figli, uscì di casa e mise in atto una specie di piccolo colpo di Stato, tenendo un discorso dal ministero della Difesa e infine compiendo un suicidio rituale. Fu il culmine di una vita segnata dal culto dell’Imperatore, non tanto (non solo) in senso politico, ma come necessità di un ideale assoluto, un’autenticità e una disposizione all’amore che, paradossalmente, riconosceva negli studenti di sinistra. Ma sono i suoi libri a dirci la sua grandezza. «Il mare della fertilità» è la «Recherche» nipponica
Zadie Smith. L’identità? Una festa mobile
Chiunque conosca la storia delle culture sa quanto siano eterogenee e il prodotto di continui furti, prestiti, germinazioni incrociate
Alighieri militante. I conflitti e l’esilio
Un fiorentino immerso nelle lotte del suo tempo, vittima di un golpe, aggrappato al vano sogno della rivincita
Ombre noir sull’Italia
Delitti e corruzione: il volto oscuro degli Anni 60. Il giallo di Daniele Manca e Gabriella Colla
Quando il capitalismo diventa una religione e il lavoro pretende tutto
Una contraddizione della contemporaneità è una umanizzazione del lavoro che mira a togliere libertà e confondere doveri contrattuali e sfera privata