Al fianco di quattro giovani donne per contrastare con la ricerca povertà, discriminazioni e disagio sociale

Allegri Rettl Gatta Passaretti

Tutte femminili le candidature selezionate quest’anno dal nostro Comitato Scientifico per l’assegnazione dei fondi di ricerca Roberto Franceschi. Un risultato che ci fa piacere e che non era stato previsto in partenza (il bando era aperto a candidati meritevoli senza distinzioni di genere). Ecco chi sono le quattro ricercatrici e gli obiettivi dei loro progetti di ricerca

Chiara AllegriChiara Allegri and Paula Rettl, studentesse di dottorato in Public Policy and Administration all’Università Bocconi, hanno alle spalle esperienze di lavoro all’OCSE che hanno contribuito a convincerle a dedicarsi ad ambiti di ricerca che contribuiscano non solo a una migliore comprensione della società, ma anche a plasmare le politiche pubbliche.

Il loro progetto Feeling threatened and support for (anti-)immigration policies: a survey experiment in Italy vuole indagare come fattori economici e culturali interagiscano con i messaggi politici per contribuire al sostegno della popolazione italiana per politiche in materia di immigrazione più o meno restrittive e discriminatorie.

Paula RettlAnche a livello personale, sono entrambe impegnate nei valori che ispirano il loro progetto. Come volontaria per una ONG che fornisce assistenza medica e sostegno legale gratuiti agli immigrati privi di documenti, Chiara è regolarmente testimone di alcuni degli effetti causati da leggi e regolamenti pubblici discriminatori e restrittivi in ​​materia di immigrazione. Ha fatto anche la volontaria per altre ONG che lavorano con rifugiati e immigrati in Italia e in Grecia in passato. Cercando di intervenire frequentemente nel dibattito pubblico, Paula è profondamente preoccupata di come la paura e l’ansia possano portare le società in direzioni deleterie, che danneggiano non solo le nostre democrazie, ma anche le vite, in particolare quelle dei più svantaggiati, ed erodono un valore umano senza prezzo: la solidarietà. In passato, si è impegnata a contrastare questa tendenza scrivendo alla stampa e organizzando eventi con gli studenti. Oggi collabora con una ONG brasiliana che protegge l’ambiente e i diritti degli indigeni e dei “quilombolas” (comunità di afro-discendenti che si sono formate dalla fuga degli schiavi dalle piantagioni, o in seguito all’abolizione della schiavitù).

Arianna Gatta, studentessa di dottorato in Social and Political Sciences allo European University Institute di Fiesole (Firenze), si è precedentemente laureata con lode in Economics and Social Sciences all’Università Bocconi. Tra le sue esperienze di ricerca più significative, la partecipazione al censimento delle persone senza dimora a Milano e la raccolta dati sulle opinioni politiche dei partecipanti a comizi per le ultime elezioni europee.

Il suo progetto di ricerca “Towards a more inclusive welfare: understanding non take up of welfare provisions in Italy” intende fare luce, attraverso un’indagine e un esperimento sul campo che hanno luogo in sei città metropolitane italiane, sui motivi per cui persone che vivono in condizioni di grave povertà non richiedano i sussidi a cui pure avrebbero diritto.

La rilevanza politica del suo progetto di ricerca è stata riconosciuta dall’INPS, che ha assicurato la sua collaborazione al fine di ricevere spunti di approfondimento e intervento con particolare riferimento alla misura recentemente implementata del reddito di cittadinanza.

Alessandra Passaretti, studentessa di dottorato in Analysis of Social and Economic Processes all’Università di Milano-Bicocca, ha collezionato già diverse esperienze – dalla curatela di mostre, alla comunicazione di eventi artstici, alla ricerca – nel campo dell’economia della cultura e della creatività.

Il suo progetto di ricerca “Culturalmente intende rispondere alla seguente domanda: la partecipazione culturale ha un effetto sul benessere soggettivo? Troppo spesso – afferma Alessandra – in Italia la cultura viene considerata unicamente in termini di turismo o di incassi relativi ai biglietti venduti; a mancare è una visione globale della cultura e della fruizione culturale come strumento multidimensionale, per affrontare e risolvere le rilevanti criticità sociali. Le attività culturali possono invece contribuire alla coesione sociale e alla ridefinizione del senso di identità e di appartenenza di un quartiere o di un’intera città.

La sua ricerca si svolgerà nel quartiere De Angeli – San Siro di Milano, analizzando un campione multiculturale di ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie, nonché le loro famiglie.

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