Non cancellare il passato, ma rileggerlo
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A scuola mi cantavano Faccetta Nera
Igiaba Scego, italiana di origine somala, nipote dell'interprete di Rodolfo Graziani, immagina nel suo libro di dialogare con quel nonno che non ha mai conosciuto. E di discutere con lui di razzismo e colonialismo. «Non sono mai finiti: il passato ha tracciato nuovi solchi del presente. Soltanto un patto tra sapiens potrà superare certe ferite»
IgiabaScego: “Le mie Afriche tra vecchi stereotipi e modernità”
La scrittrice italo-somala pubblica un’antologia di autori che raccontano il loro continente.
Cosa fare con le tracce scomode del nostro passato
Il dibattito sulle tracce del passato non va ridotto all’abbattimento o meno di statue e monumenti
La disuguaglianza nel mondo è anche tra i passaporti
Chi ha un passaporto debole si mette in viaggio sapendo che attraverserà torture e soprusi
Tutti i mori d’Italia
Eravamo multietnici prima ancora che la parola esistesse: guardate chi c'è in tanti capolavori del Rinascimento
Il terrorismo si previene anche con una politica seria sull’immigrazione
Anis Amri e la malaccoglienza
Non permettiamo ai terroristi di farci vivere a metà
Questo è il tempo della responsabilità
La vera storia di Faccetta nera
Se sei donna e nera in Italia un riferimento, anche casuale, a Faccetta nera ci scappa sempre. Da piccola me la cantavano spesso all’uscita di scuola per umiliarmi, e in generale la canzoncina aleggia nell’aria come quei microbi da cui non ci si salva. Ma chi la canta sa cosa significa? Sa da dove viene quella canzone?
Non in mio nome
Oggi mi hanno dichiarato guerra.
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