Il grande Sud

Poche settimane fa, al termine del vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, si è tornati a parlare—con una certa euforia e una rinnovata ambizione—di un nuovo ordine mondiale (de-americanizzato) costruito attorno al cosiddetto Sud globale. Capifila di questo «anti-Occidente», che ha il sapore del vecchio terzomondismo, sarebbero soprattutto Cina, Russia e India. In realtà si tratta di un bluff, perché sulla scena internazionale non esiste...

I due Occidenti

Da oltre un secolo, almeno dai tempi del citatissimo saggio di Oswald Spengler, si ipotizza il tramonto di un ’ area che coincide grossomodo con Europa (ma non tutta) e Stati Uniti (ma si allarga a Giappone e Oceania). Ora che negli Usa sembrano scontrarsi due idee di America e di rapporti transatlantici (fra Trump e Harris), ma forse non è proprio così, proviamo a indagare a che punto è il dibattito geopolitico e culturale. Con un occhio agli altri mondi: gli Orienti (quello vicino e quello cinese) e l’Africa

Il rischio

L’americano Donald Trump insegue il suo secondo mandato (nonostante l’età e, soprattutto, i processi) al voto del 5 novembre; il russo Vladimir Putin si appresta a confermarsi (le elezioni presidenziali si svolgeranno il 17 marzo, e sappiamo che fine fanno gli oppositori) per il quinto mandato; il cinese Xi Jinping è saldamente in sella per il suo terzo mandato. Le democrazie soffrono, mentre il pianeta sembra sempre più in affanno

La ragnatela delle alleanze

Geopolitica L’insieme delle organizzazioni internazionali e dei forum di consultazione costituisce un mosaico complesso, del quale ricostruiamo un quadro nel grafico delle pagine seguenti. Ma in realtà i Paesi che ne fanno parte sono divisi da profonde rivalità: vale perla Nato e il G7, ma ancora di più per il G20 o i Brics (come abbiamo visto nei giorni scorsi)

Gli Stati sonnambuli

Nell’estate del 1914 le nazioni europee marciarono—con una certa leggerezza, qualche capriccio e diversi errori di valutazione—verso il precipizio della Prima guerra mondiale. Nell’ estate del 1941 il presidente Roosevelt si comportò in tutt’ altro modo: non solo era pronto alla reazione militare giapponese, ma secondo alcuni studiosi la provocò. Oggi le cose stanno addirittura peggio: Stati Uniti e Cina giocano con il fuoco dei ricatti, governi e opinioni pubbliche ballano sull’ abisso. E l’inizio di un conflitto terribile sembra sempre più vicino

La linea di faglia europea fra Germania e Francia

La crisi del vecchio continente. Nel 2023 si festeggia l’anniversario del manifesto di Coudenhove-Kalergi sull’importanza di una unione degli stati europei. Il testo è destinato per il momento a rimanere un bel sogno: l’Ue è un’astrazione senza politica estera comune, con un problema demografico che non vuole affrontare e con due paesi leader che si ostinano a seguire i loro interessi particolari