Da Trump a Putin fino alla “Bestia”. Quando la propaganda si fa social

Vladimir Putin detesta talmente tanto i social network da non avere neanche un profilo personale registrato, ma li usa da anni per condizionare l’opinione pubblica di mezzo mondo. Magari per contribuire a determinare la vittoria elettorale di un candidato non ostile a Mosca, così come si sostiene sia accaduto nel 2016 con la vittoria di Donald Trump su Hillary Clinton.

Il tema non è la «simpatia» di Musk ma la concentrazione di tanto potere in mano ai privati

La vicenda dell’acquisto di Twitter da parte di Eloin Musk è in un certo senso metafora delle molteplici implicazioni che si collegano al Web ed alla sua parabola. Emblematiche sono le reazioni dell’opinione pubblica “illuminata” di tutto il mondo e soprattutto americana; sdegno, preoccupazioni per il futuro della democrazia, isterie di vario genere.

Musk, Zuckerberg e Bezos: il club dei signori del vapore che sta provando a prendersi il mondo

Quando Elon Musk ha postato su twitter un sondaggio su quanto, secondo gli utenti, il social garantisse libertà d’espressione, in pochi avevano capito le sue reali intenzioni. Quando poi, qualche giorno dopo, è diventato socio di maggioranza dell’azienda, annunciando alcune novità e promettendo investimenti, altrettanti avrebbero scommesso che non sarebbe arrivato fino in fondo.