Natalie Portman e John Krasinski, sorella e fratello nel film di Guy Ritchie, inseguono la fonte della giovinezza: «Ci siamo divertiti», dicono a «la Lettura». C’è pure Eiza González
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Masolino D’amico Rimarrò sempre il figlio timido di Suso e del cinema
Nipote di Emilio Cecchi, la madre era la sceneggiatrice geniale dei più bei film del dopoguerra. Da bambino conobbe tutti, da Visconti a Sordi. Pur scegliendo l’accademia ha tradotto copioni, suggerito storie. Come “Il padrino” a Sergio Leone..
Un giorno a Teheran. Battersi in patria oltre le guerre dell’Occidente
Cannes 78. La Palma d’oro al regista iraniano Jafar Panahi. Questo premio ci ricorda che l’Iran e il Medio oriente non sono solo campi di battaglia
Dentro Goliarda Sapienza. Appunti su “Fuori” di Mario Martone
Unico italiano in concorso a Cannes, quello di Martone – tratto da L’università di Rebibbia di Goliarda Sapienza – è un film molto riuscito. E conferma che l’autrice di L’arte della gioia è una benedizione per il cinema.
I miei film tra Hitch e Lina
Incontriamo Steven Soderbergh, regista totale di Hollywood, a Milano per presentare il nuovo «Black Bag. Doppio gioco», spy story senza tregua. Lavoro, ossessioni, amori... per esempio verso Hitchcock e Wertmüller
I quattro ragazzi sordi che si fecero ascoltare
Un documentario di Nyle Di Marco e Davis Guggenheim racconta un episodio ignorato della storia dei diritti civili: nel 1988 gli studenti dell’unica università al mondo per non udenti lottarono per avere un presidente, appunto, non udente
Sulla Sierra Madre con Bogart
Esce in una nuova edizione integrale il capolavoro del misterioso B. Traven da cui John Huston trasse il suo film
Sono gli adolescenti a dettare il ritmo
Gli adulti inseguono e i due mondi si separano sempre di più
Cosa fa il corpo per seguire la vita
Cronenberg continua con «Sudari» la sua analisi sulla trasformazione del fisico attraverso il potere della mente, delle macchine e della digitalizzazione
Vogliamo ancora il buio in sala
Costruendo l’avventura di un vecchio cinema, tra fiction e realtà, Esther Kinsky tesse l’elogio di un rito collettivo insostituibile