Giornata per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza

Per ricordare l’anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la Fondazione Roberto Franceschi Onlus e la Fondazione PIME Onlus organizzano giovedì 19 novembre una giornata dei diritti per scuole secondarie di primo grado. Per l’occasione Chiara Falco, che per conto della nostra Fondazione partecipa al gruppo di lavoro che monitora l’attuazione della Convenzione in Italia, racconta ai ragazzi che anche intorno a loro ci sono dei bambini privati dei loro diritti

Anche quest’anno la Fondazione Roberto Franceschi Onlus e la Fondazione PIME Onlus organizzano una giornata dei diritti per i ragazzi delle scuole medie, dedicata a tutti quei bambini e ragazzi, che per le più svariate ragioni ed emergenze, lasciano la loro terra d’origine per affrontare un viaggio fatto di incertezza e rischi, ma anche di sogni e speranze per il futuro.

Per l’occasione abbiamo chiesto un contributo da leggere ai ragazzi a Chiara Falco, dottoranda in Economia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che per conto della nostra Fondazione partecipa al gruppo di lavoro CRC che monitora l’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia. Ecco il testo della sua testimonianza.

DIRITTI IN TESTA 2015 – Giornata per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Come afferma Yoka Brandt, vicedirettore generale dell’UNICEF:

”  Ovunque questi bambini e ragazzi si trovino – in viaggio dalle loro case, in mare, o sulle coste europee o di altri continenti – hanno tutti il diritto di essere protetti e curati. 

Si parla di bambini e ragazzi come voi.
Si parla di chi ha perso dei diritti: di cittadinanza, d’istruzione, di salute.

Ma quanto sono davvero lontani da voi (e da noi) questi ragazzi?
Non molto.

Ecco cosa succede oggi in Italia:
• 1 bambino su 7 nasce e cresce in una famiglia in condizioni di povertà assoluta
• 1 bambino su 500 vive in strutture di accoglienza
• 1 bambino su 20 è vittima di violenza domestica
• 1 su 20 vive in aree ad alto rischio di inquinamento ambientale
• più di 8 bambini su 10 non possono permettersi di frequentare l’Asilo Nido e 1 su 10 non può permettersi di frequentare la Scuola Materna.

E’ l’esito dell’8° Rapporto sull’Attuazione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia redatto dal Gruppo CRC (Convention on the Rights of the Child) di cui la Fondazione Roberto Franceschi Onlus fa parte dal 2012.
Il Gruppo CRC è un gruppo di lavoro legato al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Ha lo scopo di monitorare la situazione italiana relativa ai diritti dei bambini e dei ragazzi, quindi di sottolineare quali sono le criticità e provare a proporre delle soluzioni concrete contro la povertà e la disuguaglianza dei più piccoli.
Ogni anno redige una sorta di libro, una raccolta d’informazioni e dati su quello che succede ai bambini in Italia.

L’attenzione della Fondazione Roberto Franceschi Onlus non si ferma solo ai bambini e ragazzi poveri in Italia.
Lo scorso anno ha finanziato un progetto in Cambogia promosso da due studentesse dell’Università degli studi di Milano-Bicocca e dell’Università Cattolica.
In una zona rurale poco distante dalla capitale cambogiana sorge un’Università. Ed è cosa rara in un Paese dove il livello di analfabetismo è ancora molto alto.
Per i ragazzi poveri della zona era difficile poter raggiungere la capitale Phnom Penh e frequentare l’Università. Quindi, nel 2009, il vescovo ha deciso di fondare il Saint Paul Institute e istituire corsi di laurea in Agricoltura, Inglese, Economia e Informatica.
L’idea è stata quella di investire sul capitale umano dei giovani, perché lo sviluppo è certamente una possibilità di miglioramento, e l’educazione scolastica gioca un ruolo chiave, soprattutto in un ambiente povero.

Concludo con una frase dell’8° Rapporto del Gruppo CRC:

”  Non è accettabile il fatto che un bambino, senza alcuna responsabilità se non quella di essere nato nel posto sbagliato, non possa godere del suo diritto a un pieno dispiegamento del potenziale di crescita.

Purtroppo, nel 2015, il luogo in cui nasci fa la differenza. Ancora. In Italia e in molti altri Paesi del mondo.

Chiara Falco

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