Nel suo ultimo libro affronta il problema che accomuna tutti, da Baudelaire a Kafka a Primo Levi: non poter fare a meno dello spietato rito della scrittura. Che poi a conti fatti, dice, non è altro che affrontare la vera questione: il tempo
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Ivano Dionigi Solo i classici ci insegnano il senso del limite
Le radici contadine, il seminario che gli diede un’educazione Poi la carriera universitaria, l’incarico di rettore a Bologna, Lucrezio e la Bibbia come riferimento. Il latinista qui spiega perché dobbiamo temere l’ultima incarnazione della tecnica
Vittorio Possenti. Nel nostro futuro c’è ancora la metafisica
L’avversario più temibile, secondo il filosofo, è “il nichilismo che è la via più suggestiva per arrendersi al come va il mondo” Il destino non è inevitabile. “Credo nel ritorno all’eterno e non nell’eterno ritorno: mette in gioco la libertà del singolo”
Natalino Irti. Il diritto è vuoto e l’algocrazia domina il mondo
Giunto alla soglia dei novant’anni, il giurista e filosofo riflette sulla legittimità di norme “arbitrarie”, non legate a vincoli sacri né a tradizioni profane. Un tramonto intuito solo dai grandi scrittori come Kafka e Dostoevskij
Luigi Zoja Vivo con Jung questi tempi di grande ombra
Psicologo analitico cresciuto alla scuola del maestro di Zurigo ne rifugge le derive “kitsch”, ma sostiene che le sue intuizioni oggi sono le sole utili a comprendere “una mente collettiva infettata dal virus della paranoia”
Gianni Cervetti. Io, che ho visto da vicino l’oro di Mosca
I genitori avevano un’osteria in via Rasoli, a Milano. A 16 anni prese la tessera del Pci, a 20 anni il partito lo spedì in Urss dove conobbe Shostakovich e Pontecorvo. Al ritorno fu vicino a Berlinguer. E della politica di oggi dice: “Si è involgarita”
Masolino D’amico Rimarrò sempre il figlio timido di Suso e del cinema
Nipote di Emilio Cecchi, la madre era la sceneggiatrice geniale dei più bei film del dopoguerra. Da bambino conobbe tutti, da Visconti a Sordi. Pur scegliendo l’accademia ha tradotto copioni, suggerito storie. Come “Il padrino” a Sergio Leone..
Maurizio Bettini Vaghe stelle degli antichi non ci scaldano più
La poesia di Heine e Keats che quand'era ragazzo lo avvicinò alla classicità. La scrittura come piacere. E poi lo sguardo antropologico sul mondo dei greci e dei romani: con l'istinto per gesti, sintomi, nuclei culturali che oggi ci sono estranei
Gianfranco Ravasi. Folgorato da Paolo che ha cambiato il Cristianesimo
Cardinale da qualche anno in pensione, ha “sfiorato” il papato: “Ma davvero non ci ho mai pensato”. Ha dedicato un saggio all'apostolo che Gramsci definiva il “Lenin” della religione. Partendo da Pasolini
Aldo Tortorella. Io, il partito e la solitudine di Berlinguer
Arrivato alla soglia del secolo, il filosofo che fu responsabile culturale del Pci Ricorda gli studi con Banfi, la Resistenza, gli abbagli di Togliatti, i fatti di Budapest, la decisione dura di non lasciare i compagni. E l'eterodossia del leader sardo