L’ ultima alba

Lo scrittore Paolo Giordano è stato a Reim, nel sud di Israele, dove il 7 ottobre Hamas ha massacrato i giovani di un rave e compiuto, qui ma non solo qui, uno dei peggiori attacchi terroristici. Questo è il racconto di quelle ore e di quello che è successo dopo... le parole e i silenzi dei sopravvissuti, le lacrime e la rabbia... le macerie della pace. Ecco che cosa resta ai pacifisti di entrambe le parti: solo la tristezza, solo il fallimento e il dubbio incancellabile di essersi sbagliati. Perché qui, oggi, il pacifismo non ha più una terra

Perché non possiamo non dirci romantici

Andrea Wulf aveva reso allo scienziato Alexander von Humboldt il merito di aver svelato la connessione tra uomo e mondo naturale. Punta ora lo sguardo su Jena, città che nell’Ottocento vide un’eccezionale concentrazione di geni: «Là l’immaginazione univa tutti campi. In tempi di crisi climatica ciò deve ispirarci perché l’approccio basato solo su dati e numeri non funziona. Fu vera libertà: l’io non era egoismo ma moralità»

La tecnologia spegne la morale

Da più di trent’ anni Sheila Jasanoff— studiosa indo-americana, vincitrice nel 2022 dell’Holberg Prize, quasi un Nobel che premia il lavoro scientifico nelle materie umanistiche— affronta l’interazione tra ricerca, cittadinanza e politica. Qui anticipa alcuni temi: la pandemia («gli abitanti di un Paese hanno più fiducia nella medicina se hanno fiducia nei rispettivi governi, a prescindere dalla qualità della democrazia»), lo choc climatico («è un problema educativo»), l’intelligenza artificiale («non è poi così intelligente, ma il guaio è che siamo diventati eticamente passivi»)

Androidi con l’anima

Kazuo Ishiguro nel romanzo «Klara e il Sole», il primo dopo il Nobel del 2017, immagina un futuro non così remoto nel quale si possono acquistare automi capaci di interagire con noi anche emotivamente: «Volevo indagare se gli esseri umani siano fondamentalmente soli». Uno sguardo consapevole sui progressi compiuti dalla tecnologia e dall’intelligenza artificiale, anche se lo scrittore britannico di origine giapponese vive il rammarico di avere «voltato le spalle» da giovane alla conoscenza scientifica, quando stabilì che sarebbe rimasto dalla parte «artistica» del muro tra le due culture. In quest’anno di pandemia, dice, ha capito che «forse è un errore che stiamo facendo tutti come civiltà»