Alessandro Piperno ha trascorso la stagione leggendo tutto quello che poteva sulla e dell’ autrice de «L’età dell’innocenza», romanzo che le ha consentito di essere la prima donna a vincere nel1921 il Pulitzer. La forza dell’amore e della vanità
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Il giovane Seymour batte Holden
L’arrivo delle nuove traduzioni dell’epopea di J. D. Salinger dedicata a Glass e al suo prodigioso esercito di fratelli e sorelle consente una considerazione. Questo eroe è un Amleto moderno, con buona pace delle anatre e tutto il resto
Ogni scrittore ha un padre ma la scrittura li ha tutti
Leopardi? Sì, Monaldo. Proust? Adrien, prima di Marcel. Kafka? Non Franz, ma Hermann. Giorgio Ficara rintraccia i debiti esistenziali—complicati, spesso dolorosi—degli autori
Il complotto di Trump
Una profezia Philip Roth aveva capito dove sarebbe finita l’America. Un demagogo messianico, l’incivilissima società civile, il fascino verso gli autocrati: la capacità del «Complotto contro l’America» di prevedere la deriva degli Usa è stupefacente
Il Nobel nel letto della Bovary
Hanno provato in tanti a scoprire il segreto del libro di Gustave Flaubert, i meccanismi che ne hanno fatto un capolavoro assoluto. Mario Vargas Llosa osserva la protagonista con tenerezza ed empatia, non la giudica e ne apprezza lo sfrenato, consapevole edonismo: ciò che per molti è una colpa, per lui è invece un merito
Su una montagna di felicità
Un verso di Montale («La gioventù è il più vile degl’inganni»), un soggiorno di Hemingway ricordato da Fernanda Pivano, la convalescenza di Moravia, le passeggiate di Buzzati e Rigoni Stern... luogo tra i più mondani, Cortina ha una forza letteraria che ora un museo diffuso contribuisce a salvaguardare e divulgare
Pietro Grossi, soliloquio a più voci
A 46 anni, otto libri alle spalle, l’ autore torna dopo un lungo silenzio con un romanzo importante e voluminoso. Che sostituisce l’io con il noi per fare pace con sé, con la sua genealogia, con le ambizioni sbagliate, i doni del cielo di cui ha goduto, i privilegi di classe. Come ogni annosa educazione sentimentale, va in scena la ricerca disperata di un ’identità stabile
Pietro Grossi, soliloquio a più voci
A 46 anni, otto libri alle spalle, l’ autore torna dopo un lungo silenzio con un romanzo importante e voluminoso. Che sostituisce l’io con il noi per fare pace con sé, con la sua genealogia, con le ambizioni sbagliate, i doni del cielo di cui ha goduto, i privilegi di classe. Come ogni annosa educazione sentimentale, va in scena la ricerca disperata di un ’identità stabile
Quelli che scrivono per piacere
Si conclude qui la ricognizione di Alessandro Piperno sulle ragioni per cui ci si imbarca nella creazione narrativa: quale demone induce a tanta disperazione? L’ ambizione, naturalmente; l’odio, ovvio, motore sempre molto lubrificato; il senso di responsabilità (etica, politica, pedagogica...); e il godimento. Il guaio è che una concezione edonistica genera in chi la persegue sofferenze indicibili: a quest’ ultimo romanziere toccano entrambe le parti in commedia (fustigatore e fustigato)
Quelli che scrivono per responsabilità
C’è il motore dell’ ambizione e quello dell’ odio, e poi c ’è il motore civile, e/o etico, oppure anche religioso... Capofila di quest’ ultimo è Lev Tolstoj, sublime narratore che a un certo punto arrivò a sostenere che non c ’è arte senza missione. E la missione, naturalmente, non è quella dell’intrattenimento. E giù critiche a Shakespeare, Baudelaire, persino Beethoven