Il sistema della dote come estromissione delle figlie dall’eredità viene stabilito dagli statuti cittadini italiani già nel Duecento e crebbe con la crescita del ceto mercantile
Archivio articoli per autore, di: bruni - pagina 21
Perché l’economia di Adamo non è l’economia di Caino
Il grande Duns Scoto legge la versione della «regola aurea» dei Vangeli come regola della socialità economica
Quando la conoscenza era un ben comune e gratuito
I divieti teologici sono stati capaci di generare luoghi di libertà per mercanti e intellettuali come le università
Quando la fragilità divenne una virtù economica e civile
La letteratura è metafora dello spirito di un tempo e aiuta a comprendere anche l’etica mercantile del Medioevo
La buona mercatura è sempre arte delle mani e degli occhi
I «mercanti scrittori» ci consegnano pagine di vita e storie all’insegna di competenza, sobrietà bellezza e fede
Dove povertà non è vergogna e ricchezza è condivisione
L’umanesimo latino e precapitalista delle città e dei mercanti medievali e la critica dello spirito del capitalismo
Amore alla gente del mondo è l’«arte della mercatura»
Lettere e diari dei mercanti medievali ci fanno entrare nella loro anima d’imprenditori e, forse, capire la nostra
Perdoni e seconda contabilità del capitalismo meridiano
La fede degli antichi mercanti nel paradiso da raggiungere donando e condonando appare molto più umana e civile della fede nei paradisi fiscali del capitalismo attuale
Quell’infinita controversia che oppone l’onesto e l’utile
Le informazioni detenute da chi commercia sono base di una decisiva e ambigua capacità di anticipare il futuro
Quando e perché i mercanti poterono occupare il tempio
Nella Firenze del Trecento-Quattrocento si giocò una partita decisiva per l’etica economica moderna. Il dispositivo per rendere la ricchezza buona e santa si sposta dalla produzione al consumo: ciò che davvero conta non è, come in passato, come si genera ricchezza ma come la si usa.