Yukio Mishima. L’ultimo samurai

Il 25 novembre 1970 lo scrittore salutò moglie e figli, uscì di casa e mise in atto una specie di piccolo colpo di Stato, tenendo un discorso dal ministero della Difesa e infine compiendo un suicidio rituale. Fu il culmine di una vita segnata dal culto dell’Imperatore, non tanto (non solo) in senso politico, ma come necessità di un ideale assoluto, un’autenticità e una disposizione all’amore che, paradossalmente, riconosceva negli studenti di sinistra. Ma sono i suoi libri a dirci la sua grandezza. «Il mare della fertilità» è la «Recherche» nipponica

Il Panda diventa Pandoro

Seguo i tutorial per lavare le mani, ma non sono sicuro di avere imparato; ascolto i messaggi vocali su WhatsApp di Franco Arminio ma non capisco nulla e va bene così: tra chi si vuole bene il suono della voce è più importante di quello che veicola; mi convinco che è tempo di leggere tanti libri ma non ci riesco; mi consolo quando apprendo che anche Massimo Cacciari ha difficoltà a leggere in questo periodo; vado al mercato e ascolto dialoghi meravigliosi sui sessantenni da proteggere (come certi animali) e vecchiette sessantenni da molti anni che si sentono come certi dolci...

Evviva Geppetto padre di tutti noi

Alla vigilia della festa del papà (19marzo), in una drammatica coincidenza con l’esplosione del coronavirus, un papà (Massimo Gramellini, ipocondriaco matricolato, autore di un libro che racconta la sua «gestazione») scambia alcune lettere con un carissimo amico,scrittore anche lui, Emanuele Trevi, che ha deciso di non fare figli e si è riconosciuto— ahi!— nella figura di «Norberto», il confidente che non intuisce la novità nella vita dell’amico e continua imperterrito a tessere l’elogio della sterilità. Da qui nasce una doppia riflessione sulla paternità e sulle paure più o meno giustificate